30 agosto, 2006

Ciao, Avvocato

Abbiamo ricevuto solo recentemente la terribile notizia che Marco Pagani ci ha lasciati. Ne siamo rimasti scossi e profondamente rattristati. Triste e fuori luogo sarebbe ora scrivere frasi di circostanza o ricordarne in qualche riga l'impegno e la generosita'. Sara' invece nostra cura far pervenire alla famiglia ogni eventuale messaggio di cordoglio e solidarieta' che i lettori del blog vorranno lasciare.

27 agosto, 2006

Jet set

Il tormentone e' iniziato (non ricordo se a fine giugno o gia' in
luglio) con la festa a sorpresa per la moglie organizzata in Marocco
(jet privato "dirottato" all'insaputa degli occupanti, canti e balli da
mille e una notte). In Agosto non e' mancato giorno in cui i principali
quotidiani nazionali abbiano riportato la cronaca delle sue
apparizioni della sera precedente in questo o quel locale della Costa
Smeralda o a Villa Certosa. Il corriere di oggi riporta (dopo le
cronache della cantata di ieri sera in compagnia della Parietti) notizia
degli spostamenti della moglie Veronica tra Fiji (dove tengono una
barchetta abbandonata da anni) ed Antigua (dove starebbero sistemando
una villetta). Tanto ce n'e' da farci rimpiangere gli antichi fasti
della rubrica "Chi se ne frega" del settimanale Cuore.

Invece no. Una loro valenza politica queste notiziuole l'hanno eccome.

Pare che lo Stato Maggiore della lega se la sia presa male ed abbia
addirittura minacciato la definitiva uscita dalla casa delle liberta'.
"Chi glielo spiega alla base che Pontida e Ponte di Legno non vanno piu'
di moda?" si sarebbe sfogato un potente notabile leghista con interessi
immobliliari nelle zone. "Come riuscire a "far passare" l'idea che le
Bermude non siano solo calzoncini, Fiji non solo un profumo?" avrebbe
dichiarato un deputato della circoscrizione Lombardia 2. "Avremmo
auspicato una convergenza verso mete prealpine o, al massimo,
dolomitiche ... ma il Marocco..." avrebbe confidato con indignazione un
ex-viceministro. Queste dichiarazioni sono state interpretate come
insindacabile sintomo di disagio in seno ai vertici del partito.

Le diplomazie sono tuttavia al lavoro per trovare una ricucitura. Pare
che il caro leader abbia promesso di esibirsi in una serie di eventi
"riparatori", in compagnia del fedele Apicella: il primo appuntamento,
all'inizio di setembre, in una celebre balera di Zone. Seguira', in
ottobre, uno spiedo nella residenza autunnale di un noto finanziere
bresciano a Serle. Si vocifera infine (ma non e' certo) che vi sara'
un'apparizione in grande stile ad Erbusco (con tanto di vulcano
artificiale) per il lancio del Novello di Franciacorta (fine
novembre/primi di dicembre). I bene informati rivelano: la denominazione
del vino sara': "Sforza Italia". Un tributo al caro leader che contiene
un sottile riferimento alle incredibili proprieta' lassative (del vino).

26 agosto, 2006

Cotone OGM.... ahi ahi ahi

Cina: crolla il vantaggio offerto dal cotone Bt
Colpa di insetti tradizionali e non di forme mutanti resistenti al Bt
A sette anni dall'introduzione della coltivazione su vasta scala di cotone geneticamente modificato, i vantaggi economici garantiti ai coltivatori cinesi dal suo uso sono svaniti. Il motivo, come hanno riferito i ricercatori della Cornell University alla conferenza annuale della American Agricultural Economics Association (AAEA) in corso in questi giorni a Long Beach, in California, è che nuovi parassiti stanno aggredendo in maniera massiccia le coltivazioni di cotone Bt.
Il cotone Bt deve il suo nome al gene mutuato dal Bacillus thuringiensis inserito nel vegetale per fargli produrre una tossina letale per le larve di Helicoverpa armigera, un lepidottero nottuide che rappresenta uno dei più importanti parassiti del cotone. Attualmente il cotone Bt copre il 25 per cento della produzione mondiale di questa fibra tessile.
Dopo sette anni, però, le popolazioni di altri parassiti sono aumentate in misura tale da costringere i coltivatori a irrorare i campi con pesticidi un numero di volte molto maggiore anche rispetto agli standard precedenti all’introduzione del cotone Bt.
Lo studio, il primo che ha esaminato l'impatto economico a lungo termine del cotone Bt, ha mostrato che per tre anni a partire dal 2001 i coltivatori che avevano utilizzato il cotone biotecnologico avevano ridotto di oltre il 70 per cento i consumi di pesticidi, conseguendo un guadagno del 36 per cento superiore a quello dei contadini che erano rimasti al cotone classico. A partire dal 2004, tuttavia, erano stati costretti a tornare a un livello di consumo di pesticidi pari a quello delle coltivazioni tradizionali, con un guadagno inferiore dell'8 per cento rispetto ai concorrenti tradizionali, a causa del maggior costo delle sementi Bt.
Il problema non è legato allo sviluppo di parassiti resistenti al cotone Bt, come all'inizio si era pensato, ma ad altri parassiti che non sono sensibili alla tossina di B. thuringiensis, e che in precedenza erano tenuti sotto controllo dall’uso dei pesticidi ad ampio spettro d'azione.
Secondo i ricercatori l'emergenza di questi parassiti "secondari" potrebbe rappresentare un grave problema per tutti i paesi che utilizzano cotone Bt su larga scala: Cina, India, Argentina e Stati Uniti, anche se in quest'ultimo paese, i produttori che usano cotone Bt sono per contratto vincolati a coltivare un'area ristretta anche a cotone tradizionale, che serva da rifugio per H. armigera e in cui utilizzare pesticidi classici. Una strategia utile a evitare l'insorgenza di mutanti resistenti al Bt, ma anche a ridurre la proliferazione degli altri parassiti.
© 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A.

22 agosto, 2006

Cartelu' e gnurantu'


"Giriamo" sul blog la bella lettera scritta al direttore del Giornale di Brescia da Beppe. Disdicevole ed indigeribile vedere come vengano sperperate risorse pubbliche. Verrebbe la tentazione di indire lo "sciopero fiscale" contro queste bischerate leghiste che squalificano il territorio (ed i relativi abitanti):

Ho letto sul Suo giornale di Sabato 12-8-2006 che la Provincia di Brescia ha emesso un bando per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di cartellonistica stradale in dialetto e, a questo scopo, ha messo a disposizione un fondo di 100.000 €uro. La cifra va ad aggiungersi a quelle stanziate precedentemente per il «Progetto di recupero e valorizzazione delle tradizioni locali».
In realtà, dietro questa pomposa dizione, c’è semplicemente la volontà politica di attuare a livello provinciale l’idea che ha preso corpo intorno al 2000 in alcuni comuni a guida leghista.
Dall’articolo pare che i comuni interessati debbano affrettarsi perché l’ammissione al contributo rispetterà l’ordine cronologico di presentazione. Non so se, e quali, altri controlli siano stati disposti su ciò che si è deciso di finanziare, ma come ho già avuto occasione di dirLe, questa è un’operazione di cui non si capisce l’utilità.
Se per «Recuperare e valorizzare le tradizioni locali» bastasse un cartello stradale con il nome del paese scritto in dialetto, la Provincia avrebbe trovato la propria bacchetta magica.
Ma evidentemente non è così.
I cartelli non sono utili ai residenti che già conoscono il nome dialettale del luogo (per i quali è solo un’ulteriore aggiunta alla segnaletica verticale già ampiamente affollata) e non sono utili nemmeno a chi viene da fuori alla ricerca di tutt’altro che forme di segnaletica bilingue.
Dove il bilinguismo è un’esigenza vera si trovano sulla cartina topografica entrambi i nomi della località scritte sulla cartellonistica stradale.
Dove il bilinguismo è una vera necessità (es. Sud Tirolo e Valle d’Aosta) il problema viene affrontato fin dall’età scolastica di modo che si possano padroneggiare entrambe le lingue.
Questo "bilinguismo" nella nostra segnaletica stradale, dunque non risponde ad esigenze di qualche utilità per la popolazione.
Oltretutto c’è da dire che il nostro dialetto è figlio della tradizione orale.
Dovendo scrivere un cartello stradale accade che le regole di scrittura adottate (in buona fede) arrivino perfino a falsare la fonetica del luogo che si dice di voler recuperare e valorizzare.
Le chiedo: c’è qualcuno che si occupa di fare un controllo di questo genere o… ciò che viene scritto va bene comunque? Un "progetto" dovrebbe avere qualche forma di "verifica, no?
Forse c’erano altre priorità da soddisfare.
G.Z.

21 agosto, 2006

Aiuto inanellamenti

Un gruppo di amici che si organizzano per gli studi sugli uccelli attraverso inanellamenti chiede aiuto, un supporto da volontari…

Si tratterebbe di cose che tutti possono fare come compilare schede sotto dettatura, pesare i volatili, aiutare nella posa delle reti ecc… La località di inanellamento è il passo della Berga (1527 m. di quota) sopra Bagolino (si raggiunge in automobile salendo da Anfo verso il Baremone). Si inizia all'alba fino verso sera ....vicino c 'è un casello dove si può spartanamente dormire riscaldare vivande che ognuno si porta, ripararsi dalla pioggia.

I periodi di inanellamento sono pressapoco:  dal 10 al 14 settembre e dal 30 settembre al 17 ottobre. Per vedere da vicino molti uccelli, per l'esperienza ed il luogo vale la pena di provare....

Per chi volesse aiutare e concordare come e quando, anche solo mezza giornata.... info@laschiribilla.it

01 agosto, 2006

ZONA NO KILL


ZONA NO KILL (obbligo rilascio ogni cattura) se vuoi conservare la fauna ittica di questo stagno che si sta ripopolando, anche grazie alle semine effettuate dai ragazzi di Corte Franca

Questo sta scritto su alcuni cartellini, affissi da mano sensibile lungo le sponde di un piccolo stagno (residuo della valle delle Paiole), quello che risulta più pulito e con bella vegetazione, anche perché ad un suo capo si vede a pelo d'acqua il movimento della polla che lo alimenta: un segno di vita già di per sé.
Qualche decina di metri più in là, verso il confine con Adro, altri stagni immobili, sembrano invece privi di respiro: dentro uno di essi, qualcuno ha ammassato, in due punti, una gran quantità di pali di legno, ma anche interi tronchi d'albero, alcuni dal taglio recente. Intorno spianate e rialzi, una idrovora e ancora, già ben disposti all'opra, ben in fila, i prefabbricati di cemento per intubare i fossi.…
Quei ragazzi di Corte Franca hanno compiuto un piccolo significativo gesto, nel tentativo di ridare un soffio di vita a questa zona di campagna che sta diventando come tante altre: grandi vigneti, sparizione di pendii naturali, di alberi, boscaglie, piccole zone umide…

Siepi, boschetti, piccole zone umide sono ormai ovunque riconosciuti come un valido aiuto per un'agricoltura più sana, qualificata e di minor impatto ambientale; l'agricoltore può ricevere preziose collaborazioni dagli ambienti naturali, grazie agli insetti utili, agli impollinatori selvatici e ai prodotti secondari (funghi, frutti di bosco, legname, ecc.) .
La conservazione di un ambiente ricco di flora e fauna selvatiche risulta più equilibrato e necessita di minori interventi da parte dell'uomo per contenere i problemi di proliferazione di specie competitrici con la produzione agricola.
Ciò si riflette positivamente sull'economia dell'imprenditore agricolo (che può anche risparmiare sui trattamenti chimici), ma anche sulla salute dello stesso agricoltore, dei consumatori e dell'agroecosistema.
Ci sono Amministrazioni che incoraggiano i contadini con incentivi, per favorire interventi di rinaturalizzazione e promuovere un'agricoltura sempre più rispettosa dell'ambiente e dell'uomo.

Ma solo chi conosce veramente l'ambiente in cui vive ha a disposizione le capacità necessarie per salvaguardarlo.

Questo lo sanno i ragazzi di Corte Franca: è tutto dentro in quelle poche righe del cartellino.

arcobaleno