08 dicembre, 2005

Addio, dolce vita!


Fa male! Sentirsi dipingere dagli inglesi dell’Economist come un paese in declino, farci sbattere in faccia cifre, vizi, malattie che ci sono fin troppo noti…

Eppure e’ quasi tutto vero…

Il “survey”, lo studio che l’Economist ha recentemente pubblicato sul nostro Paese, dedicanvovi la prima pagina di uno dei numeri piu’ recenti, ha per titolo: Addio, Dolce Vita.

A prima vista, scrive il settimanale, la vita in Italia sembrerebbe ancora piuttosto dolce. Gli italiani rimangono un popolo “ricco”, le famiglie italiane ancora incredibilmente “unite”, malgrado il traffico ed il sovraffollamento dei grandi centri urbani, appena fuori dalle “rotte battute” puoi trascorrere momenti deliziosi piu’ che in ogni altro posto al mondo.

Oltre questa “dolce” superficie pero’ ….

L'anno del "sorpasso", il 1987, l'anno in cui il PIL italiano superò quello della Gran Bretagna è ormai un lontano, felice ricordo.

Le imprese, in particolare quelle piccole e medie, spina dorsale dell’economia, sono sempre piu’ sotto pressione… i costi sono saliti e la produttivita’ rimasta ferma se non regredita.

L’economia e’ fortemente vulnerabile rispetto alla concorrenza Asiatica (cinese, anzitutto).

Gli effetti iniziano a vedersi. Un numero sempre crescente di italiani considerano il loro “benessere” stagnante o, addirittura, in calo.

Per moltissimi, i prezzi della “prima casa” sono fuori portata. I supermercati evidenziano come le vendite crollino nella quarta settimana di ogni mese, immediatamente prima del giorno di paga. Segno sicuro che molte famiglie sono in difficolta’.

Le infrastrutture (strade, autostrade, ferrovie, aeroporti) sono considerate sotto gli standard degli altri paesi europei.

Nessuna universita’ italiana figura nell’elenco delle 90 migliori universita’ del mondo.

Il 40% degli italiani tra 30 e 34 anni vive ancora con la mamma. Vuoi per la buona cucina casalinga, vuoi per la mancanza di autonomia economica.

Il rispetto delle regole (che non e’ mai stato “alto”, dicono gli inglesi) sembra essere ulteriormente precipitato. L’evasione fiscale e gli abusi edilizi, incoraggiati da ripetuti condoni, sono in costante aumento.

Oggi, il PIL italiano è pari all'80% circa di quello britannico. L'Italia è il paese europeo con il tasso di crescita più basso, in base ai dati degli ultimi 15 anni.

Berlusconi e’ stato incapace di mantenere le proprie promesse. Giudicato (alla vigilia delle scorse elezioni del 2001) dallo stesso Economist “inadatto” a governare l’Italia, sia per i processi a suo carico, sia per il conflitto d’intreressi, inadatto rimane (almeno a giudizio del giornale che, lo ricordiamo, e’ tra i piu’ autorevoli settimanali economici del pianeta e non e’ certo un covo di comunisti).

Prodi, a sua volta, dovesse vincere le prossime elezioni, rimarra’ probabilmente sotto scacco da parte degli alleati dell’estrema sinistra e non riuscira’ a fare le necessarie e dolorose “grandi riforme”.

L’Italia e’ ad una svolta, conclude l’Economist. Come la Serenissima Repubblica nel diciottesimo secolo, troppo a lungo si e’ adagiata sugli allori.

La Serenissima e’ oggi poco piu’ che un’attrazione turistica, pure un po’ taroccata.

Che sia questo il destino dell’Italia intera?

No. Nemmeno questo.

L’abusivismo, la corruzione, la febbre del mattone e della mazzetta, l'arroganza e l'ingordigia che infettano, incancreniscono ed incarogniscono la nostra classe dirigente (... quella locale non meno di quella nazionale) si divoreranno quel poco di buono e spendibile che al nostro paese rimane.

La Franciacorta ne sta diventando un buon esempio.

30 novembre, 2005

la’ dove c’era l’erba …


E’ uno spettacolo ancora visibile da chiunque transiti sulla provinciale Rovato-Iseo.

Poche settimane fa erano in corso le operazioni di rimozione dei pali tutori del vigneto ...

Questo è ciò che rimane oggi!

Vi siete forse chiesti perché a novembre inoltrato (dopo un periodo di precipitazioni intense) il terreno nella foto sia cosi’ poco verde (a differenza delle ripe che lo circondano)?

Diserbanti? Quasi certamente.

Nocivi per la salute? Quasi certamente (il cartello in primo piano dimostra che gli stessi agricoltori non si sentono poi cosi’ tranquilli …)

Li ritroveremo nel vino? Probabilmente.

Certamente li ritroveremo nell’acqua (c’e pure un pozzo dell’acquedotto comunale – Corte Franca – qualche decina di metri piu’ in la’).

Tutto regolare? Forse.

I consumatori ne sono informati? Quelli del vino non credo (ed io cerco di non farne parte).


Quelli dell’acqua (ed io ne faccio parte, come tutti noi), temo, lo saranno troppo tardi...


...il piacere di bere bollicine!



Post Scriptum

L’artefice del trattamento pare non sia l’ultimo dei bifolchi (.. ne fossero rimasti in Franciacorta… di quelli veri)!

La proprieta’/gestione dei terreni pare faccia capo ad una impresa che vende milioni di bottiglie/anno… il nome non mi va di farlo perche’ non ho elementi certi ed inconfutabili per farlo (non ho fatto ricerche catastali ne’ di altro genere …).

Per correttezza, pero’ (e perche’, magari, ne nascera’ una presa di “coscienza”) l’ho inserito, insieme ad altri, nella mailing list del blog.

28 novembre, 2005

(forse) una buona notizia


La conferenza stampa del neo-presidente del Consorzio di gestione delle Torbiere del Sebino è quasi una miniera di piccole curiosità.

Tanto per fare un esempio vi si afferma che le entrate relative alle “gettoniere” (parchimetri) poste agli ingressi della riserva ammonterebbero a 15 mila euro l’anno.
Curioso… personalmente non ho mai assistito alla scena di un avventore che abbia inserito l’eurino nell’apposita fessura.

Che si sia confusa la spesa sostenuta per l’installazione delle gettoniere con il relativo gettito?

Comunque, a voler ben guardare, una buona notizia la si trova. C’è l’impegno a dare, a breve, una prima stesura del piano di gestione “in pasto” alle associazioni perché forniscano suggerimenti.

Se questa promessa di trasparenza verrà mantenuta potremo dire di aver fatto qualche passo avanti rispetto alla precedente gestione (sui demeriti della quale mai si dirà abbastanza).

Perché tutti ne siano informati, ricordiamo che una prima stesura del nuovo piano di gestione è già in circolazione da mesi (completa di commentini manoscritti da un ignoto e scettico amministratore locale).

Ci auguriamo che la “nuova” stesura sia già stata sostanzialmente modificata rispetto a quella in circolazione perché si possa allineare ai principi di istituzione della Riserva.

Soprattutto su questo, più che sui proclami, il nuovo direttorio della Riserva potrà guadagnarsi i propri meriti o squalificarsi (almeno ai nostri occhi).

In quest’ultimo caso non sarebbe certo il primo. Ci augureremmo però fosse l’ultimo!

27 novembre, 2005

lanci e rilanci


Bresciaoggi 27 nov. ’05, “Torbiere del Sebino : rilancio in quattro fasi”:
conferenza-stampa del neopresidente Maffeis: sono in arrivo un “ marchio per le Torbiere da vendere ad aziende che sfornino prodotti di qualità nel rispetto dell’ambiente”, cartoline che “immortalano” il sito, percorso vita, sentieri per i disabili, commissione didattica e nuovo Piano di Gestione.

Benissimo la commissione didattica, i tracciati per i disabili, il Piano “che non sarà calato dall’alto ma condiviso”, coinvolgendo anche le associazioni ambientaliste.

Percorso-vita? Sì, ma FUORI dalla Riserva Naturale Orientata, nella quale è consentito l’accesso al pubblico unicamente per fini culturali!

Marchio? Lodevole l’iniziativa di far scaturire il logo dalla fantasia degli studenti locali, l’importante è che dietro il MARCHIO non ci sia il MARC(H)IO e cioè:
coperture e deviazioni improprie di fossi e invasi che causano frequenti allagamenti; precarie condizioni igieniche delle acque per letali scarichi di reti fognarie e di attività industriali; coperture in eternit , da anni in attesa di bonifica in prossimità degli specchi d’acqua; colmate, recinzioni di vasche, modificazioni di sponde, introduzione di manufatti, costruzione di un campetto da golf con piantumazioni e riempimento di vasca d’acqua…, il tutto senza osservare le prescrizioni del Piano di Gestione.

E sono incombenti altri interventi di antropizzazione in zone territoriali delle Torbiere.
Ci sarà pur qualche valida motivazione se, nel maggio scorso, più di 4500 cittadini hanno sottoscritto l’Appello per la tutela delle Torbiere Sebine, lanciato da varie associazioni e gruppi, e più di 1000 abitanti di Corte Franca in ottobre hanno chiesto la revoca della Variante al PRG che prevede in zona di protezione (sic!) comunale delle Torbiere la realizzazione di un altro centro di accoglienza, a 100 m. dal SIC!

E siamo sicuri che la delibera definitiva dell’Amministrazione comunale di Corte Franca abbia rispettato la Valutazione d’Incidenza espressa dalla Provincia di Brescia e prescritta da normativa sovraordinata?

Cartoline? Ce ne sono alcune già in circolazione che mi piacciono molto. (by MBS)

Il controllo del territorio

Bresciaoggi del 13 nov. ‘05, ”Nell’oasi delle Torbiere aumentano i controlli”: si parla delle misure prese dal Presidente del Consorzio, Carlo Maffeis, per proteggere “ un importante biotipo unico nel suo genere” dai danni ambientali apportati da visitatori poco rispettosi delle regole.

Sull’argomento simili considerazioni erano già state espresse qualche mese fa nell’articolo “Il Consorzio vara la tolleranza zero”.

Insomma, ma i reati ambientali che preoccupano principalmente sono quelli dovuti al cattivo comportamento di gitanti che scambiano le Torbiere per una piscina, per una riserva di pesca o per il luogo più idoneo a portare a spasso il cagnetto?

Senz’altro sono condotte vergognose che vanno impedite, ma su questo sito vulnerabile e già vulnerato gravano altri e ben più allarmanti fattori di degrado e abusi, sui quali invece…

... Silenzio e Inerzia. (by MBS)

26 novembre, 2005

uno dei mattoni della libertà


Il sindaco leghista di Adro si è inventato di imporre a chiunque voglia disporre della sala per assemblee nel palazzo comunale di sborsare la bellezza di 1000 euro a serata. Il ricavato verrebbe utilizzato per contribuire alle spese di restauro dell’immobile. Apparentemente un’idea legittima. Peccato però. Rende praticamente impossibile ogni iniziativa che preveda una certa partecipazione di pubblico come, ad esempio, un convegno, una conferenza, una serata a tema, un’assemblea pubblica. Questo può fare molto comodo quando si hanno affari sporchi da nascondere, si vuole chiudere la bocca ai cittadini, si vuole soffocare ogni embrione di rinascita civile. A me pare un atto vergognoso. Un atto che puzza di autoritarismo, di dittatura, di squadrismo. Un atto che dovrebbe suscitare indignazione più che “equidistanza”, anche da parte della stampa locale. Le limitazioni alla libertà di riunione spesso sono l’anticamera della morte anche della libertà di stampa. Spero di sbagliarmi.

25 novembre, 2005

Le commissioni Legate


E’ recente la notizia della istituzione, dopo anni, di alcune commissioni permanenti in seno al consiglio comunale di Iseo. Questo strumento di democrazia e partecipazione pareva caduto in disuso, in particolare presso le amministrazioni di centro-destra. Va da se’ il caso della Lega che, nei comuni amministrati in Franciacorta e dintorni, non vuole avere tra i piedi gente che ne ostacoli i traffici (in particolare quelli di natura urbanistica-immobiliare). Ad Iseo la Lega (all’opposizione) pare non disdegnare la partecipazione alle commissioni, avendo nominato una rappresentante (sempre la stessa) in ciascuna delle tre nuove commissioni. Ci auguriamo che, se non altro, ella possa spiegare ai propri colleghi di partito (in particolare dove, purtroppo per noi, si trovano nei banchi della maggioranza) che “ascoltare” in sedi istituzionali la voce delle “opposizioni” e’ una ricchezza, un valore aggiunto, benche’ questo comporti dei limiti all’abuso di potere ed all’interesse privato in atto pubblico.


24 novembre, 2005

Una frazione di qualita'


“Le frazioni restano al centro del programma dell’Amministrazione comunale di Corte Franca”. Cosi’ esordiva un articoletto su un giornale locale di qualche giorno fa spiegando, con dovizia di particolari, come si fosse proceduto alla posa di 29 targhe a memoria dei caduti di guerra ed alla sistemazione della piazza di Nigoline. Relativamente a quest’ultima, con un investimento pari a 150 mila euro (ciotoli, cordoli in pietra, tappeto erboso stile San Siro, qualche alberello), spiega l’articolo, e’ stata migliorata la sicurezza e la qualita’ della vita dei cittadini. Grazie per l’informazione, non ce n’eravamo accorti.
Ci conforta l’idea che il nuovo piano regolatore si prepara a garantirci svariate migliaia di metri cubi di sicurezza e qualita’ della vita. Allora, forse, non ci sara’ bisogno di nessuno a farcelo notare. L’articolo relativo alla prossima piazza lo leggeremo comodamente seduti in auto, in colonna tra Borgonato e Timoline, portiere ben chiuse con la sicura ed aria condizionata "a manetta".