19 novembre, 2006

Il futuro delle Torbiere

Venerdì 24 novembre alle 20.30 il Centro di accoglienza di Iseo ospiterà un incontro con gli estensori del piano di gestione della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino.
Il dottor Sergio Torsani e i suoi collaboratori, il dottor Marco Carbone e l’ingegner Giovanni Fior, spiegheranno i criteri e le modalità dalle quali è scaturito l’impianto di quello che dovrebbe divenire il nuovo piano di gestione.

Al termine della presentazione, seguirà un dibattito.

14 ottobre, 2006

Storie di naja


L’odore del bunker era solitamente amaro, un misto di cemento, fumo e sudore. Normalmente le due porte di ferro, spesse una spanna, erano semiaperte, ma le procedure del “pronti in cinque” ordinavano una serie di protocolli severi: porte blindate chiuse, dentro il rifugio un operatore alla radio, due operatori esperti agli strumenti coordinati da un sottufficiale… La base di lancio era divisa in tre blocchi dotati di una dozzina di missili ciascuno, poco distanti dall’area di controllo farcita da grossi radar a valvole radioattive e computer a relè bistabili: la tecnologia era stata sperimentata nella guerra Coreana.


Non ricordo bene nè il tempo nè la stagione di quel giorno particolare: era uno di quelli che a rotazione con le altre basi del 65°gruppo intercettatori teleguidati si “montava” per la copertura di difesa aerea nazionale. “Pronti in cinque”, questo era il gergo che si usava per il turno più operativo: entro cinque minuti le operazioni di armamento dovevano essere puntuali e complete per lo sparo. Le simulazioni di allarme erano frequenti e l’ordine, sempre con un codice in inglese, arriva via radio dalla base di controllo; subito dopo potenti pistoni idraulici alzavano in pochi secondi la rampa di lancio del missile e poi si usciva a controllare ancoraggio meccanico e condizione dei connettori elettrici.Tutto pronto, meno la spina che innescava il propellente di lancio: questa non veniva mai inserita per precauzione neppure durante le prove NATO, anche perché una volta inserita quella spina, dai carri dell’area di controllo, bastava alzare la sicura e azionare l’interruttore con la scritta fire ed il razzo, con la sua mole di 45 quintali, sarebbe schizzato verso la stratosfera. La precauzione di non connettere la spina era una precisa disposizione da rispettare sempre, salvo ordine specifico con codice di controllo speciale. Logicamente, lanciare in aria in centro Europa una testata di quel calibro era una cosa veramente da non augurare.Quel particolare giorno la segnalazione passò inaspettatamente sul rosso senza alcun preavviso e l’ordine arrivò secco e preciso: situazione reale di lancio. Ci guardammo spauriti in faccia con la preoccupazione di cosa doveva essere capitato là fuori.
Un lampo di pensiero alla famiglia… alla morosa…il maresciallo tentennò ma gli ordini sono ordini. Il mio compito era proprio quello di controllare con un particolare tester la tensione di alimentazione e l’isolamento elettrico della famigerata spina entro una manciata di secondi. Questa volta non era un esercitazione: uscita- controllo- inserimento spinotto - rientro…ci guadammo in faccia senza parole pronti a sentire la detonazione di partenza: due tonnellate di combustibile solido fanno un bel botto.
Sapemmo poi che il radar di sorveglianza aveva rilevato una traccia non corrispondente nel sistema di identificazione automatico IFF- SIF (trasponder presente su ogni aereo). In più il segnale era palesemente fuori dalle normali rotte di comunicazione aerea e in pochi secondi il “codice rosso” era stato dato a tutte le basi operative: due caccia F104 si erano subito alzati in volo e avevano affiancato il velivolo ostile costringendolo ad atterrare sulla più vicina pista. Si trattava di un pilota militare nord africano che aveva abbandonato il suo paese in modo insolito.
Tutto sotto controllo… se fosse servito, un piccolo clic e …..SSVBOOOHHMM… il missile terra-aria NIKE ERCULES, raggiunta a 3.5 volte la velocità del suono la zona del bersaglio, avrebbe dilaniato l’aereo ribelle con una miriade di cubetti di acciaio e dell’expatriatore irregolare sarebbero rimasti pochi pezzi assieme.
ITALIA anno 1979 più di un quarto di secolo fa!


MISSILE NIKE HERCULES
specifications/specifiche

Length 41 feet
Lunghezza 12.50 metri
Diameter 31.5 inches
Diametro 80 cm
Wingspa 6 feet, 2 inches
Aperture alare 1.85 metri
Weight 10.710 pounds
Peso 4858 Kg
Booster fuel Solid propellant
Carburante di spinta propellente solido
Range Over 75 miles
raggio d'azione oltre 120 km
Speed Mach 3.65, 2,707 mph
Velocità: 3.65 Mach, 4356Km/h
Altitude Up to 150,000 feet
Altitudine: + di 45720 metri
Guidance computer and radar
Sistema di guida microprocessore e radar
Warhead:
High-Explosive fragmentation or nuclear
Armamento:
Esplosivo ad alta frammentazione o nucleare

28 settembre, 2006

Eppur si move anche Corte Franca

Anche Corte Franca sarà una delle sedi delle premiazioni
del
CONCORSO INTERNAZIONALE
DI CORTOMETRAGGI
Il Concorso Internazionale di Cortometraggi arnaldoincorto 2006
avrà luogo a Brescia , a Corte Franca in Franciacorta e a Tavernole in Valle Trompia dal 20 al 27 gennaio 2007.
E' aperto a tutti gli autori di cinema breve , senza distinzione di età e nazionalità.
Il Concorso è diviso in cinque sezioni: sport, montagna, miniere e via del ferro - fiction, diversamente abili (corti realizzati da persone diversamente abili o che trattino di disabilità)
Per informazioni:
ASSOCIAZIONE
ARNALDO DA BRESCIA
via 25 Aprile, 18 25121 Brescia
tel / fax 030 47660
http://www.cortibrescia.com/
concorso@cortibrescia.com

23 settembre, 2006

LIETO EVENTO

il giorno 21 settembre 2006
è venuta alla luce del mondo
Parcico
non so quanto pesa
non so quanto peserà
so che è nata
sotto il segno della vergine
so che è nata
con gli occhi aperti sull'orizzonte
so che ha già cominciato il suo cammino

14 settembre, 2006

A proposito di zone umide

 
Chissà se saranno state censite anche le PAIOLE?
 
-Nel Bresciano sono 90 gli habitat che meritano di essere valorizzati
Quei tesori della natura - Sono eco-sistemi con la più alta e ricca diversità biologica
 Interesse per le aree dove crescono piante rare e  a rischio di  estinzione, mentre pesci, uccelli e rettili vi si riproducono
BRESCIA.In passato oggetto di bonifica, oggi aree da salvaguardare. Le zone umide che altro non sono che ambienti con specchi d'acqua, come fiumi, stagni, fossi, sorgenti, paludi, o aree in cui sono presenti acque stagionali come boschi inondati, pantani, prati acquitrinosi o luoghi fangosi sono, insieme alle foreste tropicali, gli ecostistemi del pianeta con la più alta diversità biologica e produttiva. Habitat complessi dove i fattori principali, l'acqua, il suolo, le piante e gli animali, interagiscono a produrre risorse di grande importanza.
Le zone umide, di cui la nostra provincia è particolarmente ricca, contribuiscono, ad esempio, al mantenimento dei livelli di falda acquifera o al controllo delle inondazioni e dell'erosione. Inoltre concorrono alla regolazione del clima e favoriscono particolari condizioni microclimatiche, senza dimenticare che spesso sono usate come vie di trasporto, zone di ricreazione e turismo. Un'utilità insostituibile per l'equilibrio dell'ecosistema anche per gli animali che le popolano e che qui si riproducono.
Tante doti per un terreno che, dopo le bonifiche per fini agricoli, sanitari o industriali, conosce oggi la minaccia dell'estinzione.
Il viaggio di riscoperta e difesa delle zone umide, parte da lontano, nel 1971 con la convenzione di Ramsar (località iraniana) che stabilisce la tutela di questi speciali ambienti naturali.
La nostra provincia, in linea con le normative europee e nazionali sulle zone umide e sulla tutela della fauna e dell'ambiente naturale, ha provveduto a mappare il territorio bresciano. Novanta le zone di interesse, per un totale di 44 comuni coinvolti, entrate a far parte del censimento.
«Ogni area ha una propria specificità, data dalla posizione geografica, dalla presenza di determinate specie di fauna o flora» spiega Eugenio Zanotti, botanico e coordinatore del progetto di censimento dal 2001.
La pianura bresciana e le zone limitrofe ai laghi di Iseo e di Garda conservano ancora diverse aree palustri dall'elevato interesse faunistico e vegetazionale.
«Durante i sopralluogi abbiamo trovato una specie rarissima di erba, la Senecio Doria, che, in Lombardia, cresce solo a Soprazocco. L'Università di Pavia si è già fatta mandare il seme per poterlo inserire nel database della Banca del Seme. Solo in questo modo si può evitare l'estinzione - racconta Zanotti -. Le sorprese, però, sono continuate con il rinvenimento della felce più grande d'Europa, la Felce Florida, che cresce solo sulle rive dell'Oglio. Ma l'elenco potrebbe continuare ancora».
Le cause di alterazione e distruzione delle zone umide sono dovute, nella maggior parte dei casi, a errate scelte di valutazione da parte dell'uomo. Inquinamento o contaminazione delle acque sono i pericoli più frequenti insieme all'accumulo di rifiuti o di sostanze tossiche.
Una scarsa conoscenza può portare anche a scelte sbagliate: prosciugamento dei corsi d'acqua, bonifiche, drenaggi o l'abbandono, come nei casi dei fontanili, delle pratiche di manutenzione, l'introduzione di nuove specie predatrici, potrebbero sancire la condanna delle zone umide.
«Il censimento portato a termine riveste proprio questo scopo - continua Zanotti -, permettere ad ogni Comune che ospita una o più zone umide di conoscerle e trovare i metodi migliori per la gestione e la conservazione»
Cecilia Bertolazzi.
Giornale di Brescia  del 13/9/2006


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08 settembre, 2006

Corso per guardatori di uccelli

I “MENACO” organizzano un
CORSO DI BIRDWATCHING
per il riconoscimento dell’avifauna

Presso l’Auditorium del MUSEO di SCIENZE NATURALI di Brescia -Via Ozanam 4

Il corso comprende una parte teorica per apprendere le nozioni base per il riconoscimento in natura dell’avifauna stanziale e migratrice tipiche delle nostre zone e una parte pratica con uscite guidate sul campo.

Le serate teoriche si terranno presso l’Auditorium del Museo con inizio alle ore 20.45 e termineranno alle ore 22.30 circa secondo il seguente calendario:

Ven 6 ottobre
Ven 13 ottobre
Ven 10 novembre
Ven 24 novembre

Le uscite mattutine sul campo avranno il seguente calendario:

Dom 15 ottobre
Dom 12 novembre
Dom 26 novembre – “gita” di fine corso in località da definire.

Il programma delle uscite potrà subire variazioni in caso di maltempo.

La partecipazione al corso è fissata in 20€ per gli associati ad EBN-Italia (www.ebnitalia.it) e 25€ per gli altri. E’ possibile associarsi in loco.
A tutti gli iscritti verrà distribuita in omaggio la guida da campo
“La nuova Guida del Birdwatcher” Muzio Editore, del valore di 16€.

Per maggiori informazioni:
Visita il sito: www.menaco.org
E-mail occhiocotto@yahoo.it

30 agosto, 2006

Ciao, Avvocato

Abbiamo ricevuto solo recentemente la terribile notizia che Marco Pagani ci ha lasciati. Ne siamo rimasti scossi e profondamente rattristati. Triste e fuori luogo sarebbe ora scrivere frasi di circostanza o ricordarne in qualche riga l'impegno e la generosita'. Sara' invece nostra cura far pervenire alla famiglia ogni eventuale messaggio di cordoglio e solidarieta' che i lettori del blog vorranno lasciare.

27 agosto, 2006

Jet set

Il tormentone e' iniziato (non ricordo se a fine giugno o gia' in
luglio) con la festa a sorpresa per la moglie organizzata in Marocco
(jet privato "dirottato" all'insaputa degli occupanti, canti e balli da
mille e una notte). In Agosto non e' mancato giorno in cui i principali
quotidiani nazionali abbiano riportato la cronaca delle sue
apparizioni della sera precedente in questo o quel locale della Costa
Smeralda o a Villa Certosa. Il corriere di oggi riporta (dopo le
cronache della cantata di ieri sera in compagnia della Parietti) notizia
degli spostamenti della moglie Veronica tra Fiji (dove tengono una
barchetta abbandonata da anni) ed Antigua (dove starebbero sistemando
una villetta). Tanto ce n'e' da farci rimpiangere gli antichi fasti
della rubrica "Chi se ne frega" del settimanale Cuore.

Invece no. Una loro valenza politica queste notiziuole l'hanno eccome.

Pare che lo Stato Maggiore della lega se la sia presa male ed abbia
addirittura minacciato la definitiva uscita dalla casa delle liberta'.
"Chi glielo spiega alla base che Pontida e Ponte di Legno non vanno piu'
di moda?" si sarebbe sfogato un potente notabile leghista con interessi
immobliliari nelle zone. "Come riuscire a "far passare" l'idea che le
Bermude non siano solo calzoncini, Fiji non solo un profumo?" avrebbe
dichiarato un deputato della circoscrizione Lombardia 2. "Avremmo
auspicato una convergenza verso mete prealpine o, al massimo,
dolomitiche ... ma il Marocco..." avrebbe confidato con indignazione un
ex-viceministro. Queste dichiarazioni sono state interpretate come
insindacabile sintomo di disagio in seno ai vertici del partito.

Le diplomazie sono tuttavia al lavoro per trovare una ricucitura. Pare
che il caro leader abbia promesso di esibirsi in una serie di eventi
"riparatori", in compagnia del fedele Apicella: il primo appuntamento,
all'inizio di setembre, in una celebre balera di Zone. Seguira', in
ottobre, uno spiedo nella residenza autunnale di un noto finanziere
bresciano a Serle. Si vocifera infine (ma non e' certo) che vi sara'
un'apparizione in grande stile ad Erbusco (con tanto di vulcano
artificiale) per il lancio del Novello di Franciacorta (fine
novembre/primi di dicembre). I bene informati rivelano: la denominazione
del vino sara': "Sforza Italia". Un tributo al caro leader che contiene
un sottile riferimento alle incredibili proprieta' lassative (del vino).

26 agosto, 2006

Cotone OGM.... ahi ahi ahi

Cina: crolla il vantaggio offerto dal cotone Bt
Colpa di insetti tradizionali e non di forme mutanti resistenti al Bt
A sette anni dall'introduzione della coltivazione su vasta scala di cotone geneticamente modificato, i vantaggi economici garantiti ai coltivatori cinesi dal suo uso sono svaniti. Il motivo, come hanno riferito i ricercatori della Cornell University alla conferenza annuale della American Agricultural Economics Association (AAEA) in corso in questi giorni a Long Beach, in California, è che nuovi parassiti stanno aggredendo in maniera massiccia le coltivazioni di cotone Bt.
Il cotone Bt deve il suo nome al gene mutuato dal Bacillus thuringiensis inserito nel vegetale per fargli produrre una tossina letale per le larve di Helicoverpa armigera, un lepidottero nottuide che rappresenta uno dei più importanti parassiti del cotone. Attualmente il cotone Bt copre il 25 per cento della produzione mondiale di questa fibra tessile.
Dopo sette anni, però, le popolazioni di altri parassiti sono aumentate in misura tale da costringere i coltivatori a irrorare i campi con pesticidi un numero di volte molto maggiore anche rispetto agli standard precedenti all’introduzione del cotone Bt.
Lo studio, il primo che ha esaminato l'impatto economico a lungo termine del cotone Bt, ha mostrato che per tre anni a partire dal 2001 i coltivatori che avevano utilizzato il cotone biotecnologico avevano ridotto di oltre il 70 per cento i consumi di pesticidi, conseguendo un guadagno del 36 per cento superiore a quello dei contadini che erano rimasti al cotone classico. A partire dal 2004, tuttavia, erano stati costretti a tornare a un livello di consumo di pesticidi pari a quello delle coltivazioni tradizionali, con un guadagno inferiore dell'8 per cento rispetto ai concorrenti tradizionali, a causa del maggior costo delle sementi Bt.
Il problema non è legato allo sviluppo di parassiti resistenti al cotone Bt, come all'inizio si era pensato, ma ad altri parassiti che non sono sensibili alla tossina di B. thuringiensis, e che in precedenza erano tenuti sotto controllo dall’uso dei pesticidi ad ampio spettro d'azione.
Secondo i ricercatori l'emergenza di questi parassiti "secondari" potrebbe rappresentare un grave problema per tutti i paesi che utilizzano cotone Bt su larga scala: Cina, India, Argentina e Stati Uniti, anche se in quest'ultimo paese, i produttori che usano cotone Bt sono per contratto vincolati a coltivare un'area ristretta anche a cotone tradizionale, che serva da rifugio per H. armigera e in cui utilizzare pesticidi classici. Una strategia utile a evitare l'insorgenza di mutanti resistenti al Bt, ma anche a ridurre la proliferazione degli altri parassiti.
© 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A.

22 agosto, 2006

Cartelu' e gnurantu'


"Giriamo" sul blog la bella lettera scritta al direttore del Giornale di Brescia da Beppe. Disdicevole ed indigeribile vedere come vengano sperperate risorse pubbliche. Verrebbe la tentazione di indire lo "sciopero fiscale" contro queste bischerate leghiste che squalificano il territorio (ed i relativi abitanti):

Ho letto sul Suo giornale di Sabato 12-8-2006 che la Provincia di Brescia ha emesso un bando per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di cartellonistica stradale in dialetto e, a questo scopo, ha messo a disposizione un fondo di 100.000 €uro. La cifra va ad aggiungersi a quelle stanziate precedentemente per il «Progetto di recupero e valorizzazione delle tradizioni locali».
In realtà, dietro questa pomposa dizione, c’è semplicemente la volontà politica di attuare a livello provinciale l’idea che ha preso corpo intorno al 2000 in alcuni comuni a guida leghista.
Dall’articolo pare che i comuni interessati debbano affrettarsi perché l’ammissione al contributo rispetterà l’ordine cronologico di presentazione. Non so se, e quali, altri controlli siano stati disposti su ciò che si è deciso di finanziare, ma come ho già avuto occasione di dirLe, questa è un’operazione di cui non si capisce l’utilità.
Se per «Recuperare e valorizzare le tradizioni locali» bastasse un cartello stradale con il nome del paese scritto in dialetto, la Provincia avrebbe trovato la propria bacchetta magica.
Ma evidentemente non è così.
I cartelli non sono utili ai residenti che già conoscono il nome dialettale del luogo (per i quali è solo un’ulteriore aggiunta alla segnaletica verticale già ampiamente affollata) e non sono utili nemmeno a chi viene da fuori alla ricerca di tutt’altro che forme di segnaletica bilingue.
Dove il bilinguismo è un’esigenza vera si trovano sulla cartina topografica entrambi i nomi della località scritte sulla cartellonistica stradale.
Dove il bilinguismo è una vera necessità (es. Sud Tirolo e Valle d’Aosta) il problema viene affrontato fin dall’età scolastica di modo che si possano padroneggiare entrambe le lingue.
Questo "bilinguismo" nella nostra segnaletica stradale, dunque non risponde ad esigenze di qualche utilità per la popolazione.
Oltretutto c’è da dire che il nostro dialetto è figlio della tradizione orale.
Dovendo scrivere un cartello stradale accade che le regole di scrittura adottate (in buona fede) arrivino perfino a falsare la fonetica del luogo che si dice di voler recuperare e valorizzare.
Le chiedo: c’è qualcuno che si occupa di fare un controllo di questo genere o… ciò che viene scritto va bene comunque? Un "progetto" dovrebbe avere qualche forma di "verifica, no?
Forse c’erano altre priorità da soddisfare.
G.Z.

21 agosto, 2006

Aiuto inanellamenti

Un gruppo di amici che si organizzano per gli studi sugli uccelli attraverso inanellamenti chiede aiuto, un supporto da volontari…

Si tratterebbe di cose che tutti possono fare come compilare schede sotto dettatura, pesare i volatili, aiutare nella posa delle reti ecc… La località di inanellamento è il passo della Berga (1527 m. di quota) sopra Bagolino (si raggiunge in automobile salendo da Anfo verso il Baremone). Si inizia all'alba fino verso sera ....vicino c 'è un casello dove si può spartanamente dormire riscaldare vivande che ognuno si porta, ripararsi dalla pioggia.

I periodi di inanellamento sono pressapoco:  dal 10 al 14 settembre e dal 30 settembre al 17 ottobre. Per vedere da vicino molti uccelli, per l'esperienza ed il luogo vale la pena di provare....

Per chi volesse aiutare e concordare come e quando, anche solo mezza giornata.... info@laschiribilla.it

01 agosto, 2006

ZONA NO KILL


ZONA NO KILL (obbligo rilascio ogni cattura) se vuoi conservare la fauna ittica di questo stagno che si sta ripopolando, anche grazie alle semine effettuate dai ragazzi di Corte Franca

Questo sta scritto su alcuni cartellini, affissi da mano sensibile lungo le sponde di un piccolo stagno (residuo della valle delle Paiole), quello che risulta più pulito e con bella vegetazione, anche perché ad un suo capo si vede a pelo d'acqua il movimento della polla che lo alimenta: un segno di vita già di per sé.
Qualche decina di metri più in là, verso il confine con Adro, altri stagni immobili, sembrano invece privi di respiro: dentro uno di essi, qualcuno ha ammassato, in due punti, una gran quantità di pali di legno, ma anche interi tronchi d'albero, alcuni dal taglio recente. Intorno spianate e rialzi, una idrovora e ancora, già ben disposti all'opra, ben in fila, i prefabbricati di cemento per intubare i fossi.…
Quei ragazzi di Corte Franca hanno compiuto un piccolo significativo gesto, nel tentativo di ridare un soffio di vita a questa zona di campagna che sta diventando come tante altre: grandi vigneti, sparizione di pendii naturali, di alberi, boscaglie, piccole zone umide…

Siepi, boschetti, piccole zone umide sono ormai ovunque riconosciuti come un valido aiuto per un'agricoltura più sana, qualificata e di minor impatto ambientale; l'agricoltore può ricevere preziose collaborazioni dagli ambienti naturali, grazie agli insetti utili, agli impollinatori selvatici e ai prodotti secondari (funghi, frutti di bosco, legname, ecc.) .
La conservazione di un ambiente ricco di flora e fauna selvatiche risulta più equilibrato e necessita di minori interventi da parte dell'uomo per contenere i problemi di proliferazione di specie competitrici con la produzione agricola.
Ciò si riflette positivamente sull'economia dell'imprenditore agricolo (che può anche risparmiare sui trattamenti chimici), ma anche sulla salute dello stesso agricoltore, dei consumatori e dell'agroecosistema.
Ci sono Amministrazioni che incoraggiano i contadini con incentivi, per favorire interventi di rinaturalizzazione e promuovere un'agricoltura sempre più rispettosa dell'ambiente e dell'uomo.

Ma solo chi conosce veramente l'ambiente in cui vive ha a disposizione le capacità necessarie per salvaguardarlo.

Questo lo sanno i ragazzi di Corte Franca: è tutto dentro in quelle poche righe del cartellino.

arcobaleno

27 luglio, 2006

Opportunita' per laureati under 28

La Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano finanzia il "Fellowship Programme", curato dalle Nazioni Unite e rivolto a giovani laureati di età non superiore ai 28 anni. La finalità del Programma è duplice. L'obiettivo a lungo termine è di migliorare l'efficacia della cooperazione internazionale nei paesi in via di sviluppo che partecipano all'iniziativa. Il proposito a breve termine è invece di offrire a giovani professionisti la possibilità di acquisire una formazione lavorativa sul campo in materia di cooperazione e allo stesso tempo di mettere a disposizione della controparte locale informazioni sulle procedure relative alla preparazione e alla presentazione di richieste per programmi e progetti di cooperazione e sviluppo.
Il programma ha una durata di un anno. I partecipanti seguiranno un corso di formazione di due settimane che si terrà presso lo Staff College del Sistema delle Nazioni Unite (UNSSC) a Torino. I temi trattati saranno inerenti alla cooperazione internazionale e, in particolare, riguarderanno la formulazione e la gestione di programmi e progetti in paesi in via di sviluppo.
Al termine del corso, i borsisti svolgeranno la loro attività per un periodo di 11 mesi e mezzo in paesi in via di sviluppo per acquisire una formazione pratica sul campo e per condividere conoscenze ed esperienze di cooperazione con le controparti locali.
I borsisti inizieranno il programma nel mese di gennaio 2007. I candidati selezionati riceveranno una borsa di studio mensile, in valuta locale, determinata dalle Nazioni Unite in base al costo della vita nei vari paesi di destinazione.

26 luglio, 2006

Un po' di acqua per gli alberi

Ho notato che all'interno di aree pubbliche di Cortefranca (cimitero di Colombaro dove ho cercato di provvedere, aiuole spartitraffico. ecc.) ci sono diversi alberi sofferenti per la siccità. Memore di quanto successo nel 2003, quando non si è fatto altro che segare a fine stagione gli alberi seccati durante l'estate, non vorrei che le limitazioni all'uso dell'acqua riguardassero anch'essi (e allora perché piantarli ?), mentre di acqua se ne spreca parecchia per le piscine (vedi Acqua-splash).

Grazie, G.P.

19 luglio, 2006

Addio Paiole


In diverse modalità e tempi è già stata segnalata la trasformazione e ricarica con materiali vari dei corsi d'acqua e risorgive esistenti (in passato) in località Paiole. Il fatto più palese rimane la ripiena della zona umida centrale con il conferimento di migliaia di metri cubi di materiali (terre e rocce da scavo con resti di demolizioni edili). Nello specifico, i conferimenti e manomissioni recenti interesserebbero le particelle 17 e 18 foglio 25 NCTR del comune di Adro e le particelle 156, 275 e 155 foglio 20 NCTR del Comune di Corte Franca.

Proprio in questi giorni un "superstite" corpo idrico con acque risorgive è in corso di tombinatura e copertura (lato ovest particella 17 foglio 25 Comune di Adro in parte a confine con Corte Franca) mentre su Corte Franca continua ordinariamente la ricarica della zona umida (individuata nel PRG) con il riporto di materiali vari (particelle come sopra).

16 luglio, 2006

Allagamenti e tutela del territorio

Tra le varie problematiche sulle acque del nostro territorio, esiste quella degli allagamenti, che notiamo (solo) durante le abbondanti precipitazioni; il Giornale di Brescia (articoli del 24 e 27 giugno), ne ha riportato in evidenza alcuni aspetti relativi alla Franciacorta, e come alcune istituzioni su stimolo della Cogeme Onlus vogliano affrontare il problema, un'iniziativa recente è stata l'organizzazione di un viaggio in Svizzera, dove una delegazione di amministratori locali ha visitato le «opere di rinaturazione di corsi d'acqua compiute nel cantone Zurigo»; ammirevoli le intenzioni, ma qualcosa non torna nei conti generali che alcuni vertici politici dovrebbero seriamente considerare. - L'articolo termina dichiarando che i costi sono più elevati per la «maggiore efficienza dell'ingegneria naturalistica». - Così oggi succede che i corsi d'acqua già naturalizzati (che non costano nulla), da una parte sono distrutti o rovinati (a volte anche con contributi pubblici), dall'altra si spende per cercare di tamponare danni causati da ciò che si è deliberatamente manomesso. - Un esempio che da anni è esposto, sono le malsane condizioni iniziali del fosso Longarone in gran parte cementato deliberatamente, oltre che rovinato con la distruzione del reticolo minore e delle aree di spaglio. - A riguardo «ciliegia sulla torta» è un'area umida in località Paiole, tra Adro e Corte Franca, dove nascono le principali acque perenni di questo «paleoalveo dell'antico scaricatore glaciale Sebino», in una zona di circa due ettari, sito d'interesse archeologico, habitat naturale per flora e fauna, importante per la venatoria, nonché volano idrico; in pochi mesi l'ultima conca con vegetazione idrofila è stata riempita con migliaia di metri cubi di materiali (non si sa da dove siano arrivati) e sopra ora c'è un nuovo impianto a vigneto. - Si cerca di capire (con tutta l'informatizzazione esistente) perchè le istituzioni da una parte fanno proclami di tutela, ma dall'altra, di fatto, non ostacolano opere di distruzione delle risorse utili a tutti. - In questa zona, le vasche di laminazione naturali esistenti dai tempi dei primitivi, sono state distrutte e riempite, così che terreni, strade e abitazioni sottostanti (che già avevano problemi d'allagamenti per la chiusura dei fossi minori), si trovano in condizioni peggiori (in futuro oggetto d'interventi d'ingegneria naturalistica?). - Forse sarebbe più opportuno, valutare l'idoneità dei siti prima di deliberarne le trasformazioni, come non ha senso togliere risorse a chi ha veramente la competenza per la prevenzione e l'intervento (Corpo Forestale dello Stato e Vigili del fuoco). - Le istituzioni locali, la Provincia di Brescia, la Regione ed i ministeri competenti, dovrebbero impegnarsi seriamente per la reale tutela del nostro territorio, il lusso dell'apparenza senza rispetto sociale e territoriale, può diventare come una costosa auto in un garage allagato.

Giornale di Brescia, 15-07-2006
Lettera al direttore

13 luglio, 2006

Vanuatu-Italia 1-0










Dalla pagina delle Scienze sul Corriere di oggi Giovedi 13 Luglio: Vanuatu è il paese piu' felice del mondo.

L'Italia e' al 66mo posto.

29 giugno, 2006

Là dove c’era l’erba (sei mesi dopo)

Tempo fa (cfr. post “la dove c’era l’erba”, novembre 2005) ci siamo occupati del massiccio impiego di diserbanti su di un’area, in bella vista, a Corte Franca.
Nei mesi trascorsi da allora la stessa area è stata oggetto di massicci scavi e ricariche di terreno. Sta terminando in questi giorni l’impianto di un nuovo vigneto.
Un amico (un paio di mesi fa) mi fece notare una curiosità. A dispetto del costo elevatissimo dei terreni coltivabili a vite, il nuovo vigneto si “interrompe” misteriosamente (senza apparenti ragioni "tecniche" legate all'accessibilità del fondo) per una fascia larga circa 12 metri, proprio in corrispondenza di una futura rotonda (in corrispondenza dell’incrocio “Vela”).
Transitando sulla provinciale Rovato-Iseo o rimanendo fermi allo stop “della Vela” questa striscia “incolta” non si nota molto.
Da un aereo a 500 m di quota la visuale cambia…



Nascerà forse una nuova strada (non ancora prevista dagli “strumenti urbanistici comunali”)?

E cosa nascerà in fondo alla strada?

Ospitiamo volentieri chi voglia azzardare risposte o previsioni (che, pare, sarebbero in anticipo rispetto a quelle degli Amministratori Comunali)!

PS: clicca sul titolo se vuoi scaricare copia della foto con risoluzione migliore!

25 giugno, 2006

Viaggio in Egitto


Da qualche settimana sono rientrato dall'Egitto, dove mi sono recato (non proprio volentierissimo) per visitare uno stabilimento ad Alessandria. La volta precedente ero stato in Egitto, nel 2003, sempre ad Alessandria.
Rispetto ad allora ho trovato il Paese peggiorato.
La "qualita' della vita" (se cosi' si puo' chiamare) e' rimasta tal quale, la presenza di polizia e di simboli del potere, dilagante.
La recente vicenda dei brogli presidenziali, l'incarcertazione (per 5 anni) del leader dell'opposizione, l'inquisizione dei magistrati che avevano denunciato i brogli hanno suscitato l'indignazione della classe media.
Per la prima volta ho trovato le mie "controparti" egiziane, “middle management” di stabilimento, che danno apertamente del ladro e del "coniglio" al Presidente (sempre in giro per il mondo o a Sharm el Sheik, pronto ad una eventuale fuga, ma lontano dal Cairo e dalla gente). Per la prima volta li ho sentiti dire che Il Cairo e' in ebollizione e solo il dilagante potere della polizia e lo sbilanciamento delle forze in gioco sono in grado di impedire una sorta di rivoluzione o guerra civile (almeno per ora).

Inevitabili alcune riflessioni:

Dovremo attendere anche noi che la corruzione, il nepotismo e il culto della personalita' (mali di cui il presidente egiziano e' paradigma) ci riducano alla fame per renderci conto che serve una svolta?

Anche noi dovremo assistere all'aberrazione urbanistica (di cui il Cairo ed i suoi sobborghi sono paradigma), alla catastrofe ecologica (di cui il delta del Nilo e le relative aree umide sono vittime), al degrado totale, alla totale assenza di senso civico (non ne sono forse esempio le strade, le ferrovie, i canali luridi di Alessandria, del Cairo e delle altre citta') prima di capire che qualcosa va cambiato?

E' cosi' difficile capire che cio' che e' "di tutti" e' "di ciascuno", non "di nessuno".

Non sono forse gli abitanti della via i primi (e forse gli unici) a sentire la puzza dei rifiuti che buttano dalla propria finestra?

Piuttosto che a Sharm, Hurgada o Marsa Alam dovremmo andarcene in vacanza al Cairo o ad Alessandria.

Li' e' piu' facile capire il valore aggiunto che offre la civilta' con le sue regole, piu' facile capire a cosa portano nepotismo e corruzione.

Ne ritornemmo forse meno abbronzati ma decisamente migliorati!


PS. Solo ieri ho saputo che il mio “contatto” di stabilimento, il “middle manager”, e’ stato licenziato. Parlava forse troppo?

27 maggio, 2006

Gas o No Gas


Siamo in un bar del lungo lago, tipica zona turistica. All’interno ci sono una barista italiana e un cliente, un ragazzino tedesco.

La barista: -Dimmi!

Il ragazzo: -Water please!

La barista: -Gas o No gas?

Il ragazzo con aria stupita: -Water!

E la barista: -Ancora?!…Gas o No gas?!

Il ragazzo che non trova significato a quello che lei dice risponde: -Only water!

La barista non arresa gli mostra le due bottiglie e ancora ripete: -Gas o No gas??!!

Il giovane tedesco che rimane con l’aria di chi non capisce ciò che succede prende la prima bottiglia che gli capita e dopo aver pagato se ne va!

La morale è semplice: ognuno di noi è capace di complicare anche le cose più banali! Perché ormai sottoposti ad una società dove l’acqua non è più solo acqua, ma varia da…naturale, minerale, gassata…?!


@lba

25 maggio, 2006

Lettera aperta dell' A.M.A.


... riguardante la speculazione politica sulla Protezione Civile.

Era tempo di guerra fredda. Reagan presidente degli Stati Uniti, Andropov in URSS, la Tatcher primo ministro in Inghilterra, Craxi per la prima volta Presidente del Consiglio in Italia.
La strada “dei cimiteri” tra Timoline, Colombaro e Nigoline era bianca e piena di buche, “le case a striscie” erano, forse, solo nella testa di qualche amministratore. La fornace dove ora sorge il centro “Le Torbiere” era “in produzione”, il campo da golf, forse, nella matita degli architetti americani, la Franciacorta solo un poco conosciuto concetto geografico.

Era il 1983 quando, a Adro, sulla spinta di una serie di incontri pubblici per discutere del monte, alcune persone hanno fondato l’Associazione Monte Alto.

Benche’, a volte, lentamente… le buone idee camminano.

Cadde il Muro di Berlino, cambiarono i Presidenti, andarono in pensione i gettoni telefonici, vennero asfaltate strade, costruite case, tagliati alberi, piantate vigne, recintate aree, chiusi sentieri … e venne la fine del 1989.

A Nigoline, allora, c’era un gruppo di ragazzi che frequentava l’oratorio. Si ritrovavano frequentemente, avevano anche formato una sorta di “comitato di redazione” di un periodico. “El Busili’” il nome con cui affettuosamente si indicava l’oratorio ed anche il nome del periodico di informazione, distribuito, porta a porta, dai ragazzi stessi.

C’era una magia misteriosa e inebriante nelle serate “di paese”, quando si rimaneva fino a tardi a chiacchierare e discutere “in strada”, senza bisogno d’altro se non della reciproca compagnia…

Poteva essere una di quelle la sera in cui, verso la fine di febbraio, scoppio’ un incendio sulle pendici del Monte Alto, appena sotto la “Scala Santa” (la cresta del versante nigolinese).
Dal paese si osservava la cortina di fiamme espandersi sempre piu’ e guadagnare decine e decine di metri in pochi minuti. Possibile che stesse accadendo veramente? Possibile che le mete di tante gite e scampagnate in compagnia venissero distrutte senza che nessuno facesse nulla?
Possibile che accadesse proprio dove, a pasquetta, a ferragosto, in occasione di tante domeniche andavamo a correre, divertirci, suonare e cantare? Dove sbocciavano i nostri amori, dove ci confidavamo le nostre preoccupazioni, dove, con le nostre moto/motorini/vespe, amavamo scorrazzare e “misurarci”, dove provavamo un vero senso di liberta’?
Qualcuno dei ragazzi non ce la fece ad assistere impotente… armato solo di badile, pantaloni, giacchetta della “cassa edile” e buona volonta’ si diresse sul monte ed inizio’ a combattere le fiamme.

“El Busili’”, qualche settimana dopo, pubblico’ un appello: “Salviamo il Monte”, chi vuole impedire che in futuro si ripetano incendi devastanti, si faccia vivo!

Era nata l’Associazione Monte Alto di Corte Franca.

Da allora e’ passata molta acqua sotto i ponti… però, i “ragazzi” del “Busili’” e gli amici che, fortunatamente, nel frattempo, si sono uniti a loro, hanno cercato di non cambiare la natura del proprio impegno.

Un impegno fatto di concretezza, di badile, rastrello, podet, sudore, semplicita’, compagnia. Un impegno mirato ad evitare l’abuso e la distruzione del territorio che, a volte anche correndo rischi personali, continuano a difendere, prima di tutto, “a colpi di badile”.
Un impegno che non ha bisogno di appagarsi con i gagliardetti, i lampeggianti blu, i furistrada mastodontici, le organizzazioni militaresche.

Un impegno fatto di altruismo, spirito di servizio, sudore e sacrificio. Vuoi quando devi mollare una cenetta con la fidanzata o balzare dal letto nel cuore di una gelida notte di febbraio, vuoi quando perdi, dopo il lavoro, serate, nottate, sabati e domeniche per “stendere” un documento, scrivere “osservazioni” ad un piano urbanistico, “segnalare” soprusi e irregolarita’.

I “ragazzi” sono fatti cosi’. Amano il territorio in cui sono nati, se ne sentono parte integrante, soffrono quando viene ferito e combattono per difenderlo armati di badile, buona volonta’ e della propria testa.

Fa sorridere che qualcuno si ricordi di loro solo in occasione della campagna elettorale. Che li voglia lusingare scrivendo “Volontariato” (con la maiuscola).

Che voglia loro ritagliare un “ruolo di coordinamento” di un “Centro Operativo Comunale che provvederà al monitoraggio del territorio”. Che li voglia stupire inventandosi una “grande strategia di attenzione e tutela del territorio e della sua popolazione”, un “intento di promuovere uno studio più approfondito della fisionomia geologica del Comune”, di “innescare una azione di monitoraggio ambientale ai fini di una puntuale e precisa opera di prevenzione e d’intervento immediato rispetto ad eventuali fenomeni calamitosi”.

I “ragazzi”, come dovrebbe essere in ogni comunita’ vera, al momento del bisogno, si sono sempre presentati, senza bisogno di etichette, investiture, cerimonie o fasce tricolori.

Fa sorridere che qualcuno cerchi di etichettarli. Chi, in maniera riduttiva (e un po’ ignorante) come “ambientalisti”, “verdi” oppure “ecologisti”. Chi, in maniera millantatoria, come gruppo di “protezione civile”.

Forse e’ scomodo… forse non ci si vuole accorgere che cio’ che i “ragazzi” per quasi vent’anni hanno fatto, detto e scritto l’hanno fatto, detto e scritto per amore e per amore continueranno.

L’amore non ha bisogno di corrispettivi, oboli, doni o favori. Soprattutto, l’amore non e’ in vendita, mai!


Direttivo dell’Associazione Monte Alto, Corte Franca, maggio 2006.

02 maggio, 2006

Scopriamo la flora della nostra torbiera

La Schiribilla organizza un doppio appuntamento :


1° Appuntamento: Una serata per conoscere alcune semplici nozioni di botanica, che consentiranno di conoscere la bellezza di piante e fiori che la popolano. Serata completata da proiezione di fotografie di flora che si incontra nel corso delle stagioni visitando la riserva.

L’incontro si terrà presso il centro visite della Riserva a Iseo
( parcheggiare vicino al campo sportivo)
GIOVEDI 18 MAGGIO 06 ORE 20,45

2° Appuntamento: passeggiata lungo i percorsi della Riserva accompagnati da guide alla scoperta della Flora (chi può con macchina fotografica)

RITROVO DOMENICA 21 MAGGIO 06 ORE 8
Presso l’entrata Funtanì a Provaglio

La partecipazione ai due appuntamenti è gratuita. Per partecipare all’uscita in riserva bisogna prenotarsi entro il 19-5-06 telefonando a Carlo 030736000- o inviare una mail a: info@laschiribilla.it –munirsi di scarpe adatte ad un terreno fangoso
Col patrocinio del Consorzio di gestione della RN Torbiere

20 aprile, 2006

Speciale Elezioni Amministrative

Si è tenuta, Venerdi’ 21 Aprile 2006
presso la Sala Civica Comunale un'assemblea pubblica per parlare di:
· Un Comune vicino alle persone: dialogo e trasparenza
· Il Territorio come risorsa per tutti
· Partecipazione attraverso le attività associative e culturali
· Il costo del malgoverno e della corruzione.
Hanno partecipato circa 80 persone.
Clicca qui per il documento di sintesi: http://www.terredifranciacorta.it/PCCF.pdf

Cacciamatta ... peccato!


Nell’anno 1836 (milleottocentotrentasei) il nobile Buonomo Cacciamatta, domiciliato in Nigoline, facendo testamento, lasciava le sue consistenti proprietà per i “figli poveri ed abbandonati”.


Recentemente la fondazione “erede” del lascito (Onlus senza scopo di lucro con sede in Tavernola Bergamasca), ha venduto, ad un unico acquirente, alcuni immobili siti a Nigoline e la grande cascina del Budrio con circa 30 piò (~100.000 mq) di terreno consistenti in vari appezzamenti agricoli situati nella stessa zona.

Difficoltà d’ amministrazione, necessità di manutenzione, adeguamento alle norme di sicurezza, sconvenienza negli affitti? La vendita degli edifici del lascito Cacciamatta era da tempo nell’aria.

In assenza di valide proposte di gestione e, pensiamo, per necessità legate ai progetti della Fondazione, si è arrivati, ci auguriamo con dispiacere, alla scelta di alienare i fabbricati ormai decadenti.

Ha lasciato l’amaro in bocca vedere svuotate queste cascine, sopravvissute a crisi, guerre, pestilenze e carestie.

…l’economia deve girare…

Si sono perse e si perderanno risorse caratteristiche che non hanno prezzo ed il cui valore economico è difficile stimare: l’ospitalità, i prodotti, la venatoria con la magia e la tradizione che questi luoghi custodivano.

La vendita in blocco dei 10 ettari di terra, ad un acquirente unico, ha reso inaccessibile l’acquisto per qualsiasi “comune mortale”.

Si fosse tentato di frazionare il più possibile i terreni, evitando vendite in blocco, presumibilmente si sarebbe raccolta una cifra superiore a quella ottenuta.

Pochi di noi hanno in pronta cassa milioni di euro. Molti di noi avrebbero, benché con sacrificio, volentieri partecipato ad una gara per acquistare ad una cifra ragionevole un piccolo appezzamento di terra.

Iniziativa difficile da gestire? Difficile! Non impossibile né illegale. Iniziativa che avrebbe potuto avere un’importante valenza sociale.

Sarebbero sorti piccoli appezzamenti gestiti in modo famigliare, per tenere orto, e animali da cortile. Luoghi dove un bambino possa scavare delle buche senza rovinare il prato inglese, dove le famiglie possano ricrearsi senza mettere gli occhiali da sole anche d’inverno, i nonni parlare con i nipoti non solo per la mancetta … illusioni?

Avete mai notato la differenza tra un ragazzo che prenda in braccio una capretta ed uno che sfoggia il telefonino?

I puritani dell’estetica e dell’ordine potranno inorridire. Venditori ed amanti degli esclusivi trilocali “tutto parquet, cotto e travi a vista, finiture di pregio” resteranno esterrefatti.

L’apparenza e ormai dominante, ma se onestamente dobbiamo scegliere, preferiamo un sito disordinato ad uno velenoso.

Su questa vendite c’è stato un assordante silenzio, mentre appaiono ancora una volta a trarne profitto, individui che cavalcano le parti con principale scopo di garantire il proprio tornaconto, ipotecando il futuro di tutta la collettività.
Nel passare dal Budrio ci sentiamo un po’ figli poveri ed abbandonati, privati d’un Grande che ci voleva bene

Gab.

15 aprile, 2006

Crescita o sviluppo? Questo e' il dilemma...


Tra i tanti modi possibili per confondere chi ci ascolta o chi ci legge vi è quello di giocare con le parole e con i loro diversi significati.
Negli ultimi anni, tra quelli frequentemente usati da politici e amministratori della cosa pubblica, hanno fatto bella mostra di sé termini quali: ambiente, paesaggio, territorio, crescita e sviluppo.

Spesso tali termini sono stati impiegati con significati diversi e, non raramente, sapientemente modellati a supporto delle tesi che con l’occasione si volevano sostenere.
Queste forzature hanno prodotto tra molti cittadini un senso di sgomento e di frustrazione, portando non pochi a concludere che ambiente, paesaggio e territorio rappresentano, alla fine dei conti, un intralcio alla crescita e, in una prospettiva più lontana, allo sviluppo.
Ciò è dipeso, in larga misura, dalla superficialità con la quale tali concetti sono stati presentati e in altrettanta misura dalla scarsa attenzione con la quale sono stati spesso recepiti.
Tuttavia, se ci si sofferma anche brevemente ad approfondirne il significato, si scopre una realtà ben diversa.

Senza volersi avventurare in una disquisizione sull’etimologia di ciascun termine basterà ricordare che ambiente, territorio e paesaggio non sono concetti astratti e lontani dalla realtà del vivere quotidiano, ma hanno quale loro componente comune l’uomo, dal quale vengono modellati e trasformati ininterrottamente; L’uomo, è l’attore protagonista che, mentre li condiziona, viene a sua volta condizionato dal paesaggio, dal territorio e dall’ambiente entro il quale opera e si muove.

Nello specifico caso di Corte Franca, questi tre elementi costituiscono, insieme a quelle umane, le risorse di maggior valore e, come tali, giocano un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo non solo dell’intero comune ma, forse ancora più importante, di ciascun componente della comunità che vi risiede.

Spesso, purtroppo, perdiamo di vista questo aspetto, tesi come siamo a raggiungere obiettivi più strettamente legati alla crescita nel breve periodo e intesa come produzione di ricchezza materiale, immediatamente visibile e tangibile, a svantaggio di uno sviluppo più armonico, sostenibile e, quindi, duraturo. sviluppo inteso quale miglioramento delle condizioni economiche sì, ma pure sociali e culturali e, quindi, quale miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini di oggi e di domani.

In altre parole, ci si dimentica che, in quanto risorsa, il paesaggio, l’ambiente e il territorio vanno sfruttati con intelligenza e lungimiranza,. Vanno fatti ‘rendere’. Non vanno sprecati e bruciati nell’arco di pochi anni, ma fatti ‘fruttare’ come si farebbe con un capitale o con i propri risparmi, per vivere meglio gli anni a venire e per lasciare in eredità, alle generazioni che ci succederanno, qualcosa che valga.

Nel 2004 una delibera della Giunta Regionale Lombarda ha definito Corte Franca quale comune a prevalente economia turistica. Ad oggi sembrano scarseggiare le iniziative serie per un turismo rispettoso,mentre aumentano i problemi ed i disagi generati da un “turismo” improntato al consumismo.
Quella del turismo, se ben interpretata e gestita, è invece un’opportunità forse unica di sfruttare intelligentemente le risorse di cui Corte Franca ancora dispone. Rappresenta infatti l’occasione per porre fine al processo in corso di sfruttamento dissennato della risorsa ambiente, di saccheggio della risorsa territorio, di stravolgimento della risorsa paesaggio Perdere anche questa occasione di sfruttarne intelligentemente le risorse, equivarrebbe a dilapidare le ultime briciole questa vera e indiscutibile ricchezza del nostro bellissimo paese.

A.P.

06 marzo, 2006

il lavoro e l’amore per la campagna...



Nella zona centrale della Franciacorta, al confine tra i Comuni di Corte Franca (frazione Nigoline) e di Adro (frazione Torbiato), esiste (esisteva) una zona umida denominata Paiole, molto importante per la flora e la fauna, nonché per le risorgive ed i fontanili che alimentano il Fosso Longherone (antico scaricatore del Lago di Iseo).

Negli ultimi anni la naturalità dei siti è stata sistematicamente distrutta mediante manomissioni varie con scarico di materiali provenienti da scavi e demolizioni edili.

Alcuni avvenimenti sono:

  • Corte Franca, 1991, discarica di materiali vari con completa eliminazione e copertura di alcuni corpi idrici esistenti
  • Adro, da alcuni anni, per trasformazione a vigneto intensivo, sono stati livellati alcuni prati e eliminati i fossi perimetrali con il riporto di migliaia di metri cubi di materiali (malgrado ordinanza di ripristino il fosso Paiole rimane ancora sepolto).
  • Negli ultimi mesi, la parte centrale di circa un ettaro (Adro), costituita da zona umida boscata, è stata completamente distrutta. Il piano di campagna dell’intera zona umida e’ stato addirittura rialzato mediamente di 2 metri.
  • Parte della sponda dello stagno centrale è frequentemente usata come deposito e “inceneritore” di rifiuti.
  • Ultimo dettaglio: l’area è stata interessata da ritrovamenti archeologici.

I risultati di questa semplice ricetta? Eccoli...

Cosa accadrà ora?

Probabilmente veranno impiantati nuovi vigneti, la solita monocoltura intensiva. Alla faccia delle mille norme di tutela degli habitat naturali, delle zone umide, delle acque superficiali, dei fossi e di tutto il resto…..

Bollicine!

P.S. Per approfondimenti su questa storia clicca qui.

03 marzo, 2006

Nuovi arrivi in Torbiera





In questi giorni sono arrivate in alle Torbiere di Iseo alcune centinaia di
anatre tuffatrici ( moriglioni) uno spettacolo.


Dal giornale di Brescia è pure arrivata la notizia che il Consorzio ha deciso
di attrezzare un "percorso vita" naturalmente dentro la Riserva Naturale, con
piazzole di sosta, panchine, deposito biciclette ecc........evidentemente non
c'era altro posto fuori dall'area protetta. I nostri ammistratori continuano
a considerare la Torbiera un parco giochi......

Naturalmente il Centro Visitatori, che, se utilizzato, servirebbe per far conoscere, sopratutto alle scolaresche, il biotopo della Riserva Naturale rimane chiuso.

Soldi per i giochi ma non per l'educazione ambientale.

..... se qualcuno vuole commentare ..........

A.D.

30 gennaio, 2006

Cosa sara'?


Cosa sara’ che ti spinge ad ammazzare il tuo re, che ti fa cercare giustizia, dove giustizia non c’e’?
Se lo chiedeva Lucio Dalla, ce lo chiediamo anche noi.

Noi che dopo dieci, quindici anni di studi, denunce, segnalazioni, pianificazioni, commissioni, iniziative, riunioni, convegni, assemblee, direttivi, proiezioni, sopralluoghi, sensibilizzazioni, illusioni, disillusioni, interventi, merende, cene e ragionamenti, non troviamo di meglio che affidare i nostri umori ad uno spazio virtuale di cui quindici anni fa manco avremmo saputo immaginare l’esistenza.

Abbiamo visto commettere abusi, soprusi, arricchimenti, sbancamenti, disboscamenti, ripiene, colmate, scavi, allineamenti, adeguamenti, sanatorie, concessioni, ordinanze, riconversioni, dismissioni, estensioni, bonifiche, ridefinizioni, approvazioni, variazioni, adozioni e trasformazioni.

Raramente abbiamo taciuto. Raramente siamo stati ascoltati.

Siamo entrati nella stanza dei bottoni. Ne siamo usciti, soprattutto, scottati.

Noi, non le nostre convinzioni.

Tornare nella stanza dei bottoni? Forse. Illusi, modesti, snob, incapaci, inconcludenti, pavidi, accidiosi, rincoglioniti, arrugginiti, ammuffiti, sfigati. Forse ci sentiamo cosi’. Forse non ce la sentiamo. Forse ci sentiremo costretti.

Certo, continueremo a combattere, con i nostri mille pregi e milleuno difetti. Non vorremmo ritrovarci, un giorno, a domandare:

Cosa sara’ che ti fa morire a vent’anni anche se campi fino a cento?

22 gennaio, 2006

Bollicine … la passione che ci lega alla nostra terra!


Questa storia non e’ un segreto ne’, purtroppo, una novita’ assoluta…

Questa volta ci troviamo a ridosso del confine tra i comuni di Corte Franca e Provaglio d’Iseo.

Quattro/cinque anni fa, proprio dove oggi si trova il vigneto, c’era una grande voragine, profonda piu’ di quindici metri.

La voragine (una vecchia cava d’argilla) e’ stata trasformata in discarica e riempita (negli anni ’90) con rifiuti di varia natura.

Oggi, tutto e’ stato ricoperto da un (sottile?) strato di terra coltivabile ed e’ stato impiantato un grande vigneto.

Il corso d’acqua in primo piano nella foto si chiama Fosso delle Spinelle.

Cos’e la sostanza giallastra che sembra sgoragare dal terreno e finire nell’acqua?

Si tratta di “eluato” da discarica (una sorta di lavatura di rifiuti, invecchiata e velenosissima)? Probabilmente.

E’ tutto regolare? Forse.

Avra’ effetti sull’uva che crescera’ sulla vigna? Probabilmente.

Dove finira' l’uva prodotta qui? Crediamo di saperlo ma, in mancanza di dati certi ed inconfutabili preferiamo non dirlo (ancora) … abbiate fede, ci stiamo lavorando!

La ritroveremo nel vino? Probabilmente.

Siamo costretti a ripeterci … ma che colpa ne abbiamo?

Come vediamo, sicuramente, la sostanza giallognola ce la siamo gia’ ritrovata nell’acqua dei fossi e… presto o tardi finira' nei rubinetti di casa e nei corpi nostri, dei nostri figli e dei nostri pronipoti.

Stavolta la colpa non e’ dei viticoltori.

Stavolta l’unica loro responsabilita’ sta nell’aver voluto ad ogni costo sfruttare un terreno non proprio “indicato” per colture destinate a scopi alimentari...

... terreno che, proprio grazie alla presenza del vigneto, mentre ieri era un'area degradata, oggi vale centinaia di migliaia di euro.

Dopotutto non tutti sanno che, proprio li' sotto, giacciono migliaia di metri cubi di rifiuti!

Anche stavolta, comunque, il “franciacorta” prodotto con quest’uva noi non ce lo beviamo…

Anche stavolta, chi avesse tempo e voglia, puo’ ancora godersi lo spettacolo, in questi giorni quasi “immortalato” da una sottile lastra di ghiaccio.

15 gennaio, 2006

Torbiere ghiacciate


lo spettacolo è davvero bello ma...

...bisogna considerare che gli uccelli durante l'inverno, essendo le vasche delle Torbiere in gran parte congelate, si concentrano sul lago lungo la zona prospiciente le Lamette.

Sembra che bracconieri entrino proprio in quella zona della riserva e, oltre che sparare, con imbarcazioni natanti etc. sollevino avifauna nella direzione dei vari appostamenti di caccia limitrofi alla Riserva compiendo stragi...

by MBS

...infatti... ecco cosa segnala un frequentatore della Riserva:

Inanzi tutto mi presento, sono Marco, appasionato di ornitologia, abito a Provaglio d'Iseo da 11 anni e frequento le Torbiere dal 1984.
Da ragazzino come pescatore, poi dopo pochi anni ho posato la canna da pesca ed ho iniziato a prendere in mano il binocolo e la macchina fotografica.Ho inziato a documentarmi e frequentare altri appassionati, effettuare ricerche ecc, ecc. Devo dire che vi è stato un incremento notevole, sia di specie che consistenze numeriche, tanto che da circa 135 specie censite agli inizi degli anni novanta, siamo arrivati a più di duecento specie al 2005. Purtoppo però questo incremento si è arrestato nel 2003, suguito poi da un crollo drastico di uccelli. A cosa è dovuto questo? Non so dirlo, una buona fetta spetta sicuramente ai lavori di "manutenzione" immancabilmente effettuati in primavera, quando i "nostri amici" decidono di nidificare. Un'altra causa per esempio è il taglio dell'Amorfa frutticosa, che è però come la Robinia, più la tagli e più ricresce, il problema è che le Nitticore ci fanno le garzaie, proprio li sopra, nella parte meridionale della Riserva, questo taglio non ha sicuramente giovato alla popolazione che doveva metter su casa... Altri motivi li conoscete tutti, perciò non mi dilungo.
Il problema del ghiaccio e un fattore molto grave, naturale ma comunque grave per gli anatidi, ma non solo, che svernano in Torbiera. Obbligati ad andare sul lago dove non c'è ghiaccio si trovano una fila di capanni da caccia ad accoglierli, o meglio, a sterminarli. Pesciaiola e Quattrocchi mancano ormai da 4 anni, Morette e Moriglioni dalla media di 200 ind. sono calati a pochi esemplari, spariti poi anche quelli...
Anche le anatre di superficie mancano all'appello, Mestolone, Canapiglia e Alzavola non si vedono da un paio d'anni. Sarebbe opportuno aumentate la distanza dei capanni dalle Lamette e vietare tassativamente la navigazione per almeno 100 mt. Ho visto personalmente più volte passare con la barca ai bordi delle Lamette sventolando bandiere per far alzare in volo anatre e folaghe, spingendole verso i capanni...
Mi auguro solo che le cose cambino realmente, che qualcuno in alto riesca a far rispettare le "regole".

Buona domenica a tutti.

Marco

03 gennaio, 2006

Franciacorta, cosa nostra


La manipolazione piu’ grande dei terreni vincolati [..] avviene nel luglio del ’63. Il personaggio […] che continuera’ ad apparire dietro ad ogni contratto ambiguo, dietro ogni progetto, ogni lottizzazione e’ [..] un certo ingegner […].
Un protagonista oscuro, minaccioso, tenace, che riesce, con le buone e con le cattive, a costringere tutti al suo volere. Ha qualcosa del demone, ma di un demone “meschino” […].

Vengono interrogati i consiglieri comunali, i sindaci, ma nessuno sa niente, ne’ ricorda niente. Altri si rifiutano persino di andare a rispondere. Si barricano in casa, si danno malati o sono “partiti”.
Uno dei segretari del Comune dichiara candidamente “di non ricordare di avere mai partecipato ad una riunione della Giunta nel corso della quale si sarebbe discusso […] sull’ampliamento della zona da edificare al di la’ del limite segnato dal piano di fabbricazione. E soggiunge che probabilmente di questi argomenti si parlava dopo che gli argomenti regolarmente iscritti all’ordine del giorno erano stati esauriti ed egli di conseguenza si allontanava”.
Ma dove andava? Nel corridoio “a fumare una sigaretta”? o si chiudeva nel cesso aspettando che finissero di manomettere il piano approvato dai consiglieri, oppure se ne andava a casa? […]
Il sindaco, a sua volta interrogato, dice di non saperne niente. Tutti cascano dalle nuvole quasi che la Giunta fosse fatta di soli corpi vuoti, i cui cervelli e le cui memorie rimanevano fuori della porta.
Ci sono dei fatti […] che sfiorano il grottesco e farebbero ridere se non ci fosse da piangere per i risultati che ne sono seguiti, di impoverimento ai danni dei cittadini […], di rovina delle bellezze e quindi delle ricchezze del paese, di distruzioni architettoniche e ambientali.

Il Comune, tanto per dirne una, concede a un dato momento il permesso di costruire […], in piena zona vincolata, a una certa ditta […].
La ditta comincia a buttare giu’ alberi antichi. Scava e butta cemento. Dopo qualche mese il Comune “si accorge” che i lavori non possono piu’ andare avanti perche’ la zona e’ vincolata e per legge non vi si possono costruire edifici ne’ pubblici ne’ privati.
Qualche intimidazione, qualche erogazione di denaro nero e i lavori ricominciano ben presto.
In piena zona vincolata, senza il permesso della Soprintendenza vengono piantate le fondamenta di mostruose costruzioni a dieci piani. E i progetti sono regolarmente approvati da Assessori, Commissioni edili, Uffici Tecnici del Comune.
In ognuno di questi progetti si trova pero’ lo zampino dell’ingegner […].

La Commissione scopre che spesso i permessi dell’Ufficio Tecnico […] vengono scritti di pugno dall’ingegner […]. Inoltre “tutte le pratiche risultano incomplete: il rilascio delle licenze e’ irregolare, mancano i visti della Soprintendenza […] mancano tracce delle riunioni regolari della Commissione Edilizia […]. Tutti i contratti con privati risultano essere stati scritti alla presenza del notaio […] “assistito dall’ingegner […] che e’ indicato dagli stessi come consulente tecnico”.
Quindi un controllo totale della situazione speculativa delle aree vincolate.

La Soprintendenza […] dichiara che non dara’ mai il permesso di costruire nelle zone vincolate. Ma nessuno evidentemente tiene conto delle dichiarazioni della Soprintendenza, poiche’ le Amministrazioni comunali, proprio in quel periodo autorizzavano la nuova lottizzazione sulla strada Seconda e lasciavano che si costruissero nuovi palazzi in zona verde. Insomma le relazioni della commissione come le parole della Soprintendenza sono rimaste lettera morta. I lavori hanno continuato a imperversare e i due polmoni verdi […] sono stati “mangiati in due bocconi”. Al loro posto abbiamo […] un mare di case nuove, affastellate in dispregio di ogni regola architettonica e urbanistica.

“ Finche’ un magistrato non si decidera’ a studiare a fondo gli atti dell’Amministrazione Comunale […] e finche’ tutto rimane affidato alla buona volonta’ dei pochi cittadini che si prendono questa briga, non ci sono molte possibilita’ di cambiamento”.

Tratto da “Bagheria”, Dacia Maraini, RCS Rizzoli libri, 1993

La pratica dello sfruttamento di aree verdi vincolate per scopi di speculazione edilizia non e’ nuova. Tristemente famoso “il sacco edilizio” di Palermo, anni settanta, sindaco Vito Ciancimino. Tra l'altro, centinaia di migliaia di metri cubi “autorizzati” nel breve volgere di una notte, nel corso di una “seduta fiume” della giunta. Quello narrato sopra (anni sessanta) e’ un altro esempio, reso tristemente celebre dalla penna della Maraini. Sorprendenti le analogie con recenti fatti di casa nostra.