20 aprile, 2006

Speciale Elezioni Amministrative

Si è tenuta, Venerdi’ 21 Aprile 2006
presso la Sala Civica Comunale un'assemblea pubblica per parlare di:
· Un Comune vicino alle persone: dialogo e trasparenza
· Il Territorio come risorsa per tutti
· Partecipazione attraverso le attività associative e culturali
· Il costo del malgoverno e della corruzione.
Hanno partecipato circa 80 persone.
Clicca qui per il documento di sintesi: http://www.terredifranciacorta.it/PCCF.pdf

Cacciamatta ... peccato!


Nell’anno 1836 (milleottocentotrentasei) il nobile Buonomo Cacciamatta, domiciliato in Nigoline, facendo testamento, lasciava le sue consistenti proprietà per i “figli poveri ed abbandonati”.


Recentemente la fondazione “erede” del lascito (Onlus senza scopo di lucro con sede in Tavernola Bergamasca), ha venduto, ad un unico acquirente, alcuni immobili siti a Nigoline e la grande cascina del Budrio con circa 30 piò (~100.000 mq) di terreno consistenti in vari appezzamenti agricoli situati nella stessa zona.

Difficoltà d’ amministrazione, necessità di manutenzione, adeguamento alle norme di sicurezza, sconvenienza negli affitti? La vendita degli edifici del lascito Cacciamatta era da tempo nell’aria.

In assenza di valide proposte di gestione e, pensiamo, per necessità legate ai progetti della Fondazione, si è arrivati, ci auguriamo con dispiacere, alla scelta di alienare i fabbricati ormai decadenti.

Ha lasciato l’amaro in bocca vedere svuotate queste cascine, sopravvissute a crisi, guerre, pestilenze e carestie.

…l’economia deve girare…

Si sono perse e si perderanno risorse caratteristiche che non hanno prezzo ed il cui valore economico è difficile stimare: l’ospitalità, i prodotti, la venatoria con la magia e la tradizione che questi luoghi custodivano.

La vendita in blocco dei 10 ettari di terra, ad un acquirente unico, ha reso inaccessibile l’acquisto per qualsiasi “comune mortale”.

Si fosse tentato di frazionare il più possibile i terreni, evitando vendite in blocco, presumibilmente si sarebbe raccolta una cifra superiore a quella ottenuta.

Pochi di noi hanno in pronta cassa milioni di euro. Molti di noi avrebbero, benché con sacrificio, volentieri partecipato ad una gara per acquistare ad una cifra ragionevole un piccolo appezzamento di terra.

Iniziativa difficile da gestire? Difficile! Non impossibile né illegale. Iniziativa che avrebbe potuto avere un’importante valenza sociale.

Sarebbero sorti piccoli appezzamenti gestiti in modo famigliare, per tenere orto, e animali da cortile. Luoghi dove un bambino possa scavare delle buche senza rovinare il prato inglese, dove le famiglie possano ricrearsi senza mettere gli occhiali da sole anche d’inverno, i nonni parlare con i nipoti non solo per la mancetta … illusioni?

Avete mai notato la differenza tra un ragazzo che prenda in braccio una capretta ed uno che sfoggia il telefonino?

I puritani dell’estetica e dell’ordine potranno inorridire. Venditori ed amanti degli esclusivi trilocali “tutto parquet, cotto e travi a vista, finiture di pregio” resteranno esterrefatti.

L’apparenza e ormai dominante, ma se onestamente dobbiamo scegliere, preferiamo un sito disordinato ad uno velenoso.

Su questa vendite c’è stato un assordante silenzio, mentre appaiono ancora una volta a trarne profitto, individui che cavalcano le parti con principale scopo di garantire il proprio tornaconto, ipotecando il futuro di tutta la collettività.
Nel passare dal Budrio ci sentiamo un po’ figli poveri ed abbandonati, privati d’un Grande che ci voleva bene

Gab.

15 aprile, 2006

Crescita o sviluppo? Questo e' il dilemma...


Tra i tanti modi possibili per confondere chi ci ascolta o chi ci legge vi è quello di giocare con le parole e con i loro diversi significati.
Negli ultimi anni, tra quelli frequentemente usati da politici e amministratori della cosa pubblica, hanno fatto bella mostra di sé termini quali: ambiente, paesaggio, territorio, crescita e sviluppo.

Spesso tali termini sono stati impiegati con significati diversi e, non raramente, sapientemente modellati a supporto delle tesi che con l’occasione si volevano sostenere.
Queste forzature hanno prodotto tra molti cittadini un senso di sgomento e di frustrazione, portando non pochi a concludere che ambiente, paesaggio e territorio rappresentano, alla fine dei conti, un intralcio alla crescita e, in una prospettiva più lontana, allo sviluppo.
Ciò è dipeso, in larga misura, dalla superficialità con la quale tali concetti sono stati presentati e in altrettanta misura dalla scarsa attenzione con la quale sono stati spesso recepiti.
Tuttavia, se ci si sofferma anche brevemente ad approfondirne il significato, si scopre una realtà ben diversa.

Senza volersi avventurare in una disquisizione sull’etimologia di ciascun termine basterà ricordare che ambiente, territorio e paesaggio non sono concetti astratti e lontani dalla realtà del vivere quotidiano, ma hanno quale loro componente comune l’uomo, dal quale vengono modellati e trasformati ininterrottamente; L’uomo, è l’attore protagonista che, mentre li condiziona, viene a sua volta condizionato dal paesaggio, dal territorio e dall’ambiente entro il quale opera e si muove.

Nello specifico caso di Corte Franca, questi tre elementi costituiscono, insieme a quelle umane, le risorse di maggior valore e, come tali, giocano un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo non solo dell’intero comune ma, forse ancora più importante, di ciascun componente della comunità che vi risiede.

Spesso, purtroppo, perdiamo di vista questo aspetto, tesi come siamo a raggiungere obiettivi più strettamente legati alla crescita nel breve periodo e intesa come produzione di ricchezza materiale, immediatamente visibile e tangibile, a svantaggio di uno sviluppo più armonico, sostenibile e, quindi, duraturo. sviluppo inteso quale miglioramento delle condizioni economiche sì, ma pure sociali e culturali e, quindi, quale miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini di oggi e di domani.

In altre parole, ci si dimentica che, in quanto risorsa, il paesaggio, l’ambiente e il territorio vanno sfruttati con intelligenza e lungimiranza,. Vanno fatti ‘rendere’. Non vanno sprecati e bruciati nell’arco di pochi anni, ma fatti ‘fruttare’ come si farebbe con un capitale o con i propri risparmi, per vivere meglio gli anni a venire e per lasciare in eredità, alle generazioni che ci succederanno, qualcosa che valga.

Nel 2004 una delibera della Giunta Regionale Lombarda ha definito Corte Franca quale comune a prevalente economia turistica. Ad oggi sembrano scarseggiare le iniziative serie per un turismo rispettoso,mentre aumentano i problemi ed i disagi generati da un “turismo” improntato al consumismo.
Quella del turismo, se ben interpretata e gestita, è invece un’opportunità forse unica di sfruttare intelligentemente le risorse di cui Corte Franca ancora dispone. Rappresenta infatti l’occasione per porre fine al processo in corso di sfruttamento dissennato della risorsa ambiente, di saccheggio della risorsa territorio, di stravolgimento della risorsa paesaggio Perdere anche questa occasione di sfruttarne intelligentemente le risorse, equivarrebbe a dilapidare le ultime briciole questa vera e indiscutibile ricchezza del nostro bellissimo paese.

A.P.