29 giugno, 2006

Là dove c’era l’erba (sei mesi dopo)

Tempo fa (cfr. post “la dove c’era l’erba”, novembre 2005) ci siamo occupati del massiccio impiego di diserbanti su di un’area, in bella vista, a Corte Franca.
Nei mesi trascorsi da allora la stessa area è stata oggetto di massicci scavi e ricariche di terreno. Sta terminando in questi giorni l’impianto di un nuovo vigneto.
Un amico (un paio di mesi fa) mi fece notare una curiosità. A dispetto del costo elevatissimo dei terreni coltivabili a vite, il nuovo vigneto si “interrompe” misteriosamente (senza apparenti ragioni "tecniche" legate all'accessibilità del fondo) per una fascia larga circa 12 metri, proprio in corrispondenza di una futura rotonda (in corrispondenza dell’incrocio “Vela”).
Transitando sulla provinciale Rovato-Iseo o rimanendo fermi allo stop “della Vela” questa striscia “incolta” non si nota molto.
Da un aereo a 500 m di quota la visuale cambia…



Nascerà forse una nuova strada (non ancora prevista dagli “strumenti urbanistici comunali”)?

E cosa nascerà in fondo alla strada?

Ospitiamo volentieri chi voglia azzardare risposte o previsioni (che, pare, sarebbero in anticipo rispetto a quelle degli Amministratori Comunali)!

PS: clicca sul titolo se vuoi scaricare copia della foto con risoluzione migliore!

25 giugno, 2006

Viaggio in Egitto


Da qualche settimana sono rientrato dall'Egitto, dove mi sono recato (non proprio volentierissimo) per visitare uno stabilimento ad Alessandria. La volta precedente ero stato in Egitto, nel 2003, sempre ad Alessandria.
Rispetto ad allora ho trovato il Paese peggiorato.
La "qualita' della vita" (se cosi' si puo' chiamare) e' rimasta tal quale, la presenza di polizia e di simboli del potere, dilagante.
La recente vicenda dei brogli presidenziali, l'incarcertazione (per 5 anni) del leader dell'opposizione, l'inquisizione dei magistrati che avevano denunciato i brogli hanno suscitato l'indignazione della classe media.
Per la prima volta ho trovato le mie "controparti" egiziane, “middle management” di stabilimento, che danno apertamente del ladro e del "coniglio" al Presidente (sempre in giro per il mondo o a Sharm el Sheik, pronto ad una eventuale fuga, ma lontano dal Cairo e dalla gente). Per la prima volta li ho sentiti dire che Il Cairo e' in ebollizione e solo il dilagante potere della polizia e lo sbilanciamento delle forze in gioco sono in grado di impedire una sorta di rivoluzione o guerra civile (almeno per ora).

Inevitabili alcune riflessioni:

Dovremo attendere anche noi che la corruzione, il nepotismo e il culto della personalita' (mali di cui il presidente egiziano e' paradigma) ci riducano alla fame per renderci conto che serve una svolta?

Anche noi dovremo assistere all'aberrazione urbanistica (di cui il Cairo ed i suoi sobborghi sono paradigma), alla catastrofe ecologica (di cui il delta del Nilo e le relative aree umide sono vittime), al degrado totale, alla totale assenza di senso civico (non ne sono forse esempio le strade, le ferrovie, i canali luridi di Alessandria, del Cairo e delle altre citta') prima di capire che qualcosa va cambiato?

E' cosi' difficile capire che cio' che e' "di tutti" e' "di ciascuno", non "di nessuno".

Non sono forse gli abitanti della via i primi (e forse gli unici) a sentire la puzza dei rifiuti che buttano dalla propria finestra?

Piuttosto che a Sharm, Hurgada o Marsa Alam dovremmo andarcene in vacanza al Cairo o ad Alessandria.

Li' e' piu' facile capire il valore aggiunto che offre la civilta' con le sue regole, piu' facile capire a cosa portano nepotismo e corruzione.

Ne ritornemmo forse meno abbronzati ma decisamente migliorati!


PS. Solo ieri ho saputo che il mio “contatto” di stabilimento, il “middle manager”, e’ stato licenziato. Parlava forse troppo?