30 gennaio, 2006

Cosa sara'?


Cosa sara’ che ti spinge ad ammazzare il tuo re, che ti fa cercare giustizia, dove giustizia non c’e’?
Se lo chiedeva Lucio Dalla, ce lo chiediamo anche noi.

Noi che dopo dieci, quindici anni di studi, denunce, segnalazioni, pianificazioni, commissioni, iniziative, riunioni, convegni, assemblee, direttivi, proiezioni, sopralluoghi, sensibilizzazioni, illusioni, disillusioni, interventi, merende, cene e ragionamenti, non troviamo di meglio che affidare i nostri umori ad uno spazio virtuale di cui quindici anni fa manco avremmo saputo immaginare l’esistenza.

Abbiamo visto commettere abusi, soprusi, arricchimenti, sbancamenti, disboscamenti, ripiene, colmate, scavi, allineamenti, adeguamenti, sanatorie, concessioni, ordinanze, riconversioni, dismissioni, estensioni, bonifiche, ridefinizioni, approvazioni, variazioni, adozioni e trasformazioni.

Raramente abbiamo taciuto. Raramente siamo stati ascoltati.

Siamo entrati nella stanza dei bottoni. Ne siamo usciti, soprattutto, scottati.

Noi, non le nostre convinzioni.

Tornare nella stanza dei bottoni? Forse. Illusi, modesti, snob, incapaci, inconcludenti, pavidi, accidiosi, rincoglioniti, arrugginiti, ammuffiti, sfigati. Forse ci sentiamo cosi’. Forse non ce la sentiamo. Forse ci sentiremo costretti.

Certo, continueremo a combattere, con i nostri mille pregi e milleuno difetti. Non vorremmo ritrovarci, un giorno, a domandare:

Cosa sara’ che ti fa morire a vent’anni anche se campi fino a cento?

22 gennaio, 2006

Bollicine … la passione che ci lega alla nostra terra!


Questa storia non e’ un segreto ne’, purtroppo, una novita’ assoluta…

Questa volta ci troviamo a ridosso del confine tra i comuni di Corte Franca e Provaglio d’Iseo.

Quattro/cinque anni fa, proprio dove oggi si trova il vigneto, c’era una grande voragine, profonda piu’ di quindici metri.

La voragine (una vecchia cava d’argilla) e’ stata trasformata in discarica e riempita (negli anni ’90) con rifiuti di varia natura.

Oggi, tutto e’ stato ricoperto da un (sottile?) strato di terra coltivabile ed e’ stato impiantato un grande vigneto.

Il corso d’acqua in primo piano nella foto si chiama Fosso delle Spinelle.

Cos’e la sostanza giallastra che sembra sgoragare dal terreno e finire nell’acqua?

Si tratta di “eluato” da discarica (una sorta di lavatura di rifiuti, invecchiata e velenosissima)? Probabilmente.

E’ tutto regolare? Forse.

Avra’ effetti sull’uva che crescera’ sulla vigna? Probabilmente.

Dove finira' l’uva prodotta qui? Crediamo di saperlo ma, in mancanza di dati certi ed inconfutabili preferiamo non dirlo (ancora) … abbiate fede, ci stiamo lavorando!

La ritroveremo nel vino? Probabilmente.

Siamo costretti a ripeterci … ma che colpa ne abbiamo?

Come vediamo, sicuramente, la sostanza giallognola ce la siamo gia’ ritrovata nell’acqua dei fossi e… presto o tardi finira' nei rubinetti di casa e nei corpi nostri, dei nostri figli e dei nostri pronipoti.

Stavolta la colpa non e’ dei viticoltori.

Stavolta l’unica loro responsabilita’ sta nell’aver voluto ad ogni costo sfruttare un terreno non proprio “indicato” per colture destinate a scopi alimentari...

... terreno che, proprio grazie alla presenza del vigneto, mentre ieri era un'area degradata, oggi vale centinaia di migliaia di euro.

Dopotutto non tutti sanno che, proprio li' sotto, giacciono migliaia di metri cubi di rifiuti!

Anche stavolta, comunque, il “franciacorta” prodotto con quest’uva noi non ce lo beviamo…

Anche stavolta, chi avesse tempo e voglia, puo’ ancora godersi lo spettacolo, in questi giorni quasi “immortalato” da una sottile lastra di ghiaccio.

15 gennaio, 2006

Torbiere ghiacciate


lo spettacolo è davvero bello ma...

...bisogna considerare che gli uccelli durante l'inverno, essendo le vasche delle Torbiere in gran parte congelate, si concentrano sul lago lungo la zona prospiciente le Lamette.

Sembra che bracconieri entrino proprio in quella zona della riserva e, oltre che sparare, con imbarcazioni natanti etc. sollevino avifauna nella direzione dei vari appostamenti di caccia limitrofi alla Riserva compiendo stragi...

by MBS

...infatti... ecco cosa segnala un frequentatore della Riserva:

Inanzi tutto mi presento, sono Marco, appasionato di ornitologia, abito a Provaglio d'Iseo da 11 anni e frequento le Torbiere dal 1984.
Da ragazzino come pescatore, poi dopo pochi anni ho posato la canna da pesca ed ho iniziato a prendere in mano il binocolo e la macchina fotografica.Ho inziato a documentarmi e frequentare altri appassionati, effettuare ricerche ecc, ecc. Devo dire che vi è stato un incremento notevole, sia di specie che consistenze numeriche, tanto che da circa 135 specie censite agli inizi degli anni novanta, siamo arrivati a più di duecento specie al 2005. Purtoppo però questo incremento si è arrestato nel 2003, suguito poi da un crollo drastico di uccelli. A cosa è dovuto questo? Non so dirlo, una buona fetta spetta sicuramente ai lavori di "manutenzione" immancabilmente effettuati in primavera, quando i "nostri amici" decidono di nidificare. Un'altra causa per esempio è il taglio dell'Amorfa frutticosa, che è però come la Robinia, più la tagli e più ricresce, il problema è che le Nitticore ci fanno le garzaie, proprio li sopra, nella parte meridionale della Riserva, questo taglio non ha sicuramente giovato alla popolazione che doveva metter su casa... Altri motivi li conoscete tutti, perciò non mi dilungo.
Il problema del ghiaccio e un fattore molto grave, naturale ma comunque grave per gli anatidi, ma non solo, che svernano in Torbiera. Obbligati ad andare sul lago dove non c'è ghiaccio si trovano una fila di capanni da caccia ad accoglierli, o meglio, a sterminarli. Pesciaiola e Quattrocchi mancano ormai da 4 anni, Morette e Moriglioni dalla media di 200 ind. sono calati a pochi esemplari, spariti poi anche quelli...
Anche le anatre di superficie mancano all'appello, Mestolone, Canapiglia e Alzavola non si vedono da un paio d'anni. Sarebbe opportuno aumentate la distanza dei capanni dalle Lamette e vietare tassativamente la navigazione per almeno 100 mt. Ho visto personalmente più volte passare con la barca ai bordi delle Lamette sventolando bandiere per far alzare in volo anatre e folaghe, spingendole verso i capanni...
Mi auguro solo che le cose cambino realmente, che qualcuno in alto riesca a far rispettare le "regole".

Buona domenica a tutti.

Marco

03 gennaio, 2006

Franciacorta, cosa nostra


La manipolazione piu’ grande dei terreni vincolati [..] avviene nel luglio del ’63. Il personaggio […] che continuera’ ad apparire dietro ad ogni contratto ambiguo, dietro ogni progetto, ogni lottizzazione e’ [..] un certo ingegner […].
Un protagonista oscuro, minaccioso, tenace, che riesce, con le buone e con le cattive, a costringere tutti al suo volere. Ha qualcosa del demone, ma di un demone “meschino” […].

Vengono interrogati i consiglieri comunali, i sindaci, ma nessuno sa niente, ne’ ricorda niente. Altri si rifiutano persino di andare a rispondere. Si barricano in casa, si danno malati o sono “partiti”.
Uno dei segretari del Comune dichiara candidamente “di non ricordare di avere mai partecipato ad una riunione della Giunta nel corso della quale si sarebbe discusso […] sull’ampliamento della zona da edificare al di la’ del limite segnato dal piano di fabbricazione. E soggiunge che probabilmente di questi argomenti si parlava dopo che gli argomenti regolarmente iscritti all’ordine del giorno erano stati esauriti ed egli di conseguenza si allontanava”.
Ma dove andava? Nel corridoio “a fumare una sigaretta”? o si chiudeva nel cesso aspettando che finissero di manomettere il piano approvato dai consiglieri, oppure se ne andava a casa? […]
Il sindaco, a sua volta interrogato, dice di non saperne niente. Tutti cascano dalle nuvole quasi che la Giunta fosse fatta di soli corpi vuoti, i cui cervelli e le cui memorie rimanevano fuori della porta.
Ci sono dei fatti […] che sfiorano il grottesco e farebbero ridere se non ci fosse da piangere per i risultati che ne sono seguiti, di impoverimento ai danni dei cittadini […], di rovina delle bellezze e quindi delle ricchezze del paese, di distruzioni architettoniche e ambientali.

Il Comune, tanto per dirne una, concede a un dato momento il permesso di costruire […], in piena zona vincolata, a una certa ditta […].
La ditta comincia a buttare giu’ alberi antichi. Scava e butta cemento. Dopo qualche mese il Comune “si accorge” che i lavori non possono piu’ andare avanti perche’ la zona e’ vincolata e per legge non vi si possono costruire edifici ne’ pubblici ne’ privati.
Qualche intimidazione, qualche erogazione di denaro nero e i lavori ricominciano ben presto.
In piena zona vincolata, senza il permesso della Soprintendenza vengono piantate le fondamenta di mostruose costruzioni a dieci piani. E i progetti sono regolarmente approvati da Assessori, Commissioni edili, Uffici Tecnici del Comune.
In ognuno di questi progetti si trova pero’ lo zampino dell’ingegner […].

La Commissione scopre che spesso i permessi dell’Ufficio Tecnico […] vengono scritti di pugno dall’ingegner […]. Inoltre “tutte le pratiche risultano incomplete: il rilascio delle licenze e’ irregolare, mancano i visti della Soprintendenza […] mancano tracce delle riunioni regolari della Commissione Edilizia […]. Tutti i contratti con privati risultano essere stati scritti alla presenza del notaio […] “assistito dall’ingegner […] che e’ indicato dagli stessi come consulente tecnico”.
Quindi un controllo totale della situazione speculativa delle aree vincolate.

La Soprintendenza […] dichiara che non dara’ mai il permesso di costruire nelle zone vincolate. Ma nessuno evidentemente tiene conto delle dichiarazioni della Soprintendenza, poiche’ le Amministrazioni comunali, proprio in quel periodo autorizzavano la nuova lottizzazione sulla strada Seconda e lasciavano che si costruissero nuovi palazzi in zona verde. Insomma le relazioni della commissione come le parole della Soprintendenza sono rimaste lettera morta. I lavori hanno continuato a imperversare e i due polmoni verdi […] sono stati “mangiati in due bocconi”. Al loro posto abbiamo […] un mare di case nuove, affastellate in dispregio di ogni regola architettonica e urbanistica.

“ Finche’ un magistrato non si decidera’ a studiare a fondo gli atti dell’Amministrazione Comunale […] e finche’ tutto rimane affidato alla buona volonta’ dei pochi cittadini che si prendono questa briga, non ci sono molte possibilita’ di cambiamento”.

Tratto da “Bagheria”, Dacia Maraini, RCS Rizzoli libri, 1993

La pratica dello sfruttamento di aree verdi vincolate per scopi di speculazione edilizia non e’ nuova. Tristemente famoso “il sacco edilizio” di Palermo, anni settanta, sindaco Vito Ciancimino. Tra l'altro, centinaia di migliaia di metri cubi “autorizzati” nel breve volgere di una notte, nel corso di una “seduta fiume” della giunta. Quello narrato sopra (anni sessanta) e’ un altro esempio, reso tristemente celebre dalla penna della Maraini. Sorprendenti le analogie con recenti fatti di casa nostra.