"Giriamo" sul blog la bella lettera scritta al direttore del Giornale di Brescia da Beppe. Disdicevole ed indigeribile vedere come vengano sperperate risorse pubbliche. Verrebbe la tentazione di indire lo "sciopero fiscale" contro queste bischerate leghiste che squalificano il territorio (ed i relativi abitanti):
Ho letto sul Suo giornale di Sabato 12-8-2006 che la Provincia di Brescia ha emesso un bando per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di cartellonistica stradale in dialetto e, a questo scopo, ha messo a disposizione un fondo di 100.000 €uro. La cifra va ad aggiungersi a quelle stanziate precedentemente per il «Progetto di recupero e valorizzazione delle tradizioni locali».
In realtà, dietro questa pomposa dizione, c’è semplicemente la volontà politica di attuare a livello provinciale l’idea che ha preso corpo intorno al 2000 in alcuni comuni a guida leghista.
Dall’articolo pare che i comuni interessati debbano affrettarsi perché l’ammissione al contributo rispetterà l’ordine cronologico di presentazione. Non so se, e quali, altri controlli siano stati disposti su ciò che si è deciso di finanziare, ma come ho già avuto occasione di dirLe, questa è un’operazione di cui non si capisce l’utilità.
Se per «Recuperare e valorizzare le tradizioni locali» bastasse un cartello stradale con il nome del paese scritto in dialetto, la Provincia avrebbe trovato la propria bacchetta magica.
Ma evidentemente non è così.
I cartelli non sono utili ai residenti che già conoscono il nome dialettale del luogo (per i quali è solo un’ulteriore aggiunta alla segnaletica verticale già ampiamente affollata) e non sono utili nemmeno a chi viene da fuori alla ricerca di tutt’altro che forme di segnaletica bilingue.
Dove il bilinguismo è un’esigenza vera si trovano sulla cartina topografica entrambi i nomi della località scritte sulla cartellonistica stradale.
Dove il bilinguismo è una vera necessità (es. Sud Tirolo e Valle d’Aosta) il problema viene affrontato fin dall’età scolastica di modo che si possano padroneggiare entrambe le lingue.
Questo "bilinguismo" nella nostra segnaletica stradale, dunque non risponde ad esigenze di qualche utilità per la popolazione.
Oltretutto c’è da dire che il nostro dialetto è figlio della tradizione orale.
Dovendo scrivere un cartello stradale accade che le regole di scrittura adottate (in buona fede) arrivino perfino a falsare la fonetica del luogo che si dice di voler recuperare e valorizzare.
Le chiedo: c’è qualcuno che si occupa di fare un controllo di questo genere o… ciò che viene scritto va bene comunque? Un "progetto" dovrebbe avere qualche forma di "verifica, no?
Forse c’erano altre priorità da soddisfare.
G.Z.
22 agosto, 2006
Cartelu' e gnurantu'
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2 commenti:
Nella parabola politica della Lega, dagli anni 90 ad oggi, c'è stata la volontà di valorizzare la cultura locale del Nord Italia, spesso trascurata in favore delle priorità economiche. Questo è stato sicuramente un fatto positivo perchè ha ridato un'identità a questa zona dell'Italia la cui immagine si era un po' troppo sbiadita nel corso degli anni. Ritengo anch'io che la cartellonistica stradale sia pero' inutile a questo scopo e contribuisca a creare ulteriore confusione nella selva dei brutti cartelli sparsi in ogni angolo delle nostre strade. La cultura del dialetto va sicuramente conservata gelosamente e diffusa sul territorio con idonee manifestazioni, ma preferirei vedere un moderno "welcome in Corte Franca" piuttosto che un "burgunat" incomprensibile a chi proviene da qualsiasi altro posto.
È vero, cartellonistica inutile e portatrice di confusione , ma non nelle intenzioni della Lega Nord : nella sua parabola in discesa si affanna a “segnare il territorio”, come fanno cani e gatti…
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