16 luglio, 2006

Allagamenti e tutela del territorio

Tra le varie problematiche sulle acque del nostro territorio, esiste quella degli allagamenti, che notiamo (solo) durante le abbondanti precipitazioni; il Giornale di Brescia (articoli del 24 e 27 giugno), ne ha riportato in evidenza alcuni aspetti relativi alla Franciacorta, e come alcune istituzioni su stimolo della Cogeme Onlus vogliano affrontare il problema, un'iniziativa recente è stata l'organizzazione di un viaggio in Svizzera, dove una delegazione di amministratori locali ha visitato le «opere di rinaturazione di corsi d'acqua compiute nel cantone Zurigo»; ammirevoli le intenzioni, ma qualcosa non torna nei conti generali che alcuni vertici politici dovrebbero seriamente considerare. - L'articolo termina dichiarando che i costi sono più elevati per la «maggiore efficienza dell'ingegneria naturalistica». - Così oggi succede che i corsi d'acqua già naturalizzati (che non costano nulla), da una parte sono distrutti o rovinati (a volte anche con contributi pubblici), dall'altra si spende per cercare di tamponare danni causati da ciò che si è deliberatamente manomesso. - Un esempio che da anni è esposto, sono le malsane condizioni iniziali del fosso Longarone in gran parte cementato deliberatamente, oltre che rovinato con la distruzione del reticolo minore e delle aree di spaglio. - A riguardo «ciliegia sulla torta» è un'area umida in località Paiole, tra Adro e Corte Franca, dove nascono le principali acque perenni di questo «paleoalveo dell'antico scaricatore glaciale Sebino», in una zona di circa due ettari, sito d'interesse archeologico, habitat naturale per flora e fauna, importante per la venatoria, nonché volano idrico; in pochi mesi l'ultima conca con vegetazione idrofila è stata riempita con migliaia di metri cubi di materiali (non si sa da dove siano arrivati) e sopra ora c'è un nuovo impianto a vigneto. - Si cerca di capire (con tutta l'informatizzazione esistente) perchè le istituzioni da una parte fanno proclami di tutela, ma dall'altra, di fatto, non ostacolano opere di distruzione delle risorse utili a tutti. - In questa zona, le vasche di laminazione naturali esistenti dai tempi dei primitivi, sono state distrutte e riempite, così che terreni, strade e abitazioni sottostanti (che già avevano problemi d'allagamenti per la chiusura dei fossi minori), si trovano in condizioni peggiori (in futuro oggetto d'interventi d'ingegneria naturalistica?). - Forse sarebbe più opportuno, valutare l'idoneità dei siti prima di deliberarne le trasformazioni, come non ha senso togliere risorse a chi ha veramente la competenza per la prevenzione e l'intervento (Corpo Forestale dello Stato e Vigili del fuoco). - Le istituzioni locali, la Provincia di Brescia, la Regione ed i ministeri competenti, dovrebbero impegnarsi seriamente per la reale tutela del nostro territorio, il lusso dell'apparenza senza rispetto sociale e territoriale, può diventare come una costosa auto in un garage allagato.

Giornale di Brescia, 15-07-2006
Lettera al direttore

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