25 giugno, 2006

Viaggio in Egitto


Da qualche settimana sono rientrato dall'Egitto, dove mi sono recato (non proprio volentierissimo) per visitare uno stabilimento ad Alessandria. La volta precedente ero stato in Egitto, nel 2003, sempre ad Alessandria.
Rispetto ad allora ho trovato il Paese peggiorato.
La "qualita' della vita" (se cosi' si puo' chiamare) e' rimasta tal quale, la presenza di polizia e di simboli del potere, dilagante.
La recente vicenda dei brogli presidenziali, l'incarcertazione (per 5 anni) del leader dell'opposizione, l'inquisizione dei magistrati che avevano denunciato i brogli hanno suscitato l'indignazione della classe media.
Per la prima volta ho trovato le mie "controparti" egiziane, “middle management” di stabilimento, che danno apertamente del ladro e del "coniglio" al Presidente (sempre in giro per il mondo o a Sharm el Sheik, pronto ad una eventuale fuga, ma lontano dal Cairo e dalla gente). Per la prima volta li ho sentiti dire che Il Cairo e' in ebollizione e solo il dilagante potere della polizia e lo sbilanciamento delle forze in gioco sono in grado di impedire una sorta di rivoluzione o guerra civile (almeno per ora).

Inevitabili alcune riflessioni:

Dovremo attendere anche noi che la corruzione, il nepotismo e il culto della personalita' (mali di cui il presidente egiziano e' paradigma) ci riducano alla fame per renderci conto che serve una svolta?

Anche noi dovremo assistere all'aberrazione urbanistica (di cui il Cairo ed i suoi sobborghi sono paradigma), alla catastrofe ecologica (di cui il delta del Nilo e le relative aree umide sono vittime), al degrado totale, alla totale assenza di senso civico (non ne sono forse esempio le strade, le ferrovie, i canali luridi di Alessandria, del Cairo e delle altre citta') prima di capire che qualcosa va cambiato?

E' cosi' difficile capire che cio' che e' "di tutti" e' "di ciascuno", non "di nessuno".

Non sono forse gli abitanti della via i primi (e forse gli unici) a sentire la puzza dei rifiuti che buttano dalla propria finestra?

Piuttosto che a Sharm, Hurgada o Marsa Alam dovremmo andarcene in vacanza al Cairo o ad Alessandria.

Li' e' piu' facile capire il valore aggiunto che offre la civilta' con le sue regole, piu' facile capire a cosa portano nepotismo e corruzione.

Ne ritornemmo forse meno abbronzati ma decisamente migliorati!


PS. Solo ieri ho saputo che il mio “contatto” di stabilimento, il “middle manager”, e’ stato licenziato. Parlava forse troppo?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono mai stato in Egitto. Di quel paese conosco solo i resoconti giornalistici che hanno un limite: sono fatti da occidentali. Rassegnamoci, i paesi islamici sono diversi in tutto e per tutto da noi ed è inutile volerci esportare il nostro concetto di democrazia, è un vestito che a loro non va bene. Il naturale progresso dell'uomo gli farà trovare la loro via alla democrazia, ma sarà diversa dalla nostra. Intanto battiamoci per tendere ai modelli di sviluppo tedeschi piuttosto che egiziani, anche per quanto riguarda lo sviluppo edilizio.

Anonimo ha detto...

Neppure io non sono mai stato in Egitto, ma sarà per la storia o il fascino mi sembra di sentire...l'odore dei rifiuti abbandonti, il rumore caotico del traffico con un po'di fascino nordafricano nel clima...
a volte penso che come la civiltà sia nata nel centro africa, come da li proporzionalmente salgano le pessime forme di malaciviltà, ma contemporaneamente, proprio da li partano gli esempi di " dignità dei poveri" ogni popolo ha il suoi aspetti positivi e negativi, chissa se tanto marciume non sia l'umus per un terreno di nuova civiltà, intanto concordo che l'Egitto, Sharm ed ogni posto del mondo bello, aveva i suoi "cittadini" che sono stati aggrediti da altri "stregoni" del momento, speriamo che tutti presto possiamo distinguere tra i realtà e apparenza.
scusate il casino
ciao
gabriele