25 maggio, 2006
Lettera aperta dell' A.M.A.
... riguardante la speculazione politica sulla Protezione Civile.
Era tempo di guerra fredda. Reagan presidente degli Stati Uniti, Andropov in URSS, la Tatcher primo ministro in Inghilterra, Craxi per la prima volta Presidente del Consiglio in Italia.
La strada “dei cimiteri” tra Timoline, Colombaro e Nigoline era bianca e piena di buche, “le case a striscie” erano, forse, solo nella testa di qualche amministratore. La fornace dove ora sorge il centro “Le Torbiere” era “in produzione”, il campo da golf, forse, nella matita degli architetti americani, la Franciacorta solo un poco conosciuto concetto geografico.
Era il 1983 quando, a Adro, sulla spinta di una serie di incontri pubblici per discutere del monte, alcune persone hanno fondato l’Associazione Monte Alto.
Benche’, a volte, lentamente… le buone idee camminano.
Cadde il Muro di Berlino, cambiarono i Presidenti, andarono in pensione i gettoni telefonici, vennero asfaltate strade, costruite case, tagliati alberi, piantate vigne, recintate aree, chiusi sentieri … e venne la fine del 1989.
A Nigoline, allora, c’era un gruppo di ragazzi che frequentava l’oratorio. Si ritrovavano frequentemente, avevano anche formato una sorta di “comitato di redazione” di un periodico. “El Busili’” il nome con cui affettuosamente si indicava l’oratorio ed anche il nome del periodico di informazione, distribuito, porta a porta, dai ragazzi stessi.
C’era una magia misteriosa e inebriante nelle serate “di paese”, quando si rimaneva fino a tardi a chiacchierare e discutere “in strada”, senza bisogno d’altro se non della reciproca compagnia…
Poteva essere una di quelle la sera in cui, verso la fine di febbraio, scoppio’ un incendio sulle pendici del Monte Alto, appena sotto la “Scala Santa” (la cresta del versante nigolinese).
Dal paese si osservava la cortina di fiamme espandersi sempre piu’ e guadagnare decine e decine di metri in pochi minuti. Possibile che stesse accadendo veramente? Possibile che le mete di tante gite e scampagnate in compagnia venissero distrutte senza che nessuno facesse nulla?
Possibile che accadesse proprio dove, a pasquetta, a ferragosto, in occasione di tante domeniche andavamo a correre, divertirci, suonare e cantare? Dove sbocciavano i nostri amori, dove ci confidavamo le nostre preoccupazioni, dove, con le nostre moto/motorini/vespe, amavamo scorrazzare e “misurarci”, dove provavamo un vero senso di liberta’?
Qualcuno dei ragazzi non ce la fece ad assistere impotente… armato solo di badile, pantaloni, giacchetta della “cassa edile” e buona volonta’ si diresse sul monte ed inizio’ a combattere le fiamme.
“El Busili’”, qualche settimana dopo, pubblico’ un appello: “Salviamo il Monte”, chi vuole impedire che in futuro si ripetano incendi devastanti, si faccia vivo!
Era nata l’Associazione Monte Alto di Corte Franca.
Da allora e’ passata molta acqua sotto i ponti… però, i “ragazzi” del “Busili’” e gli amici che, fortunatamente, nel frattempo, si sono uniti a loro, hanno cercato di non cambiare la natura del proprio impegno.
Un impegno fatto di concretezza, di badile, rastrello, podet, sudore, semplicita’, compagnia. Un impegno mirato ad evitare l’abuso e la distruzione del territorio che, a volte anche correndo rischi personali, continuano a difendere, prima di tutto, “a colpi di badile”.
Un impegno che non ha bisogno di appagarsi con i gagliardetti, i lampeggianti blu, i furistrada mastodontici, le organizzazioni militaresche.
Un impegno fatto di altruismo, spirito di servizio, sudore e sacrificio. Vuoi quando devi mollare una cenetta con la fidanzata o balzare dal letto nel cuore di una gelida notte di febbraio, vuoi quando perdi, dopo il lavoro, serate, nottate, sabati e domeniche per “stendere” un documento, scrivere “osservazioni” ad un piano urbanistico, “segnalare” soprusi e irregolarita’.
I “ragazzi” sono fatti cosi’. Amano il territorio in cui sono nati, se ne sentono parte integrante, soffrono quando viene ferito e combattono per difenderlo armati di badile, buona volonta’ e della propria testa.
Fa sorridere che qualcuno si ricordi di loro solo in occasione della campagna elettorale. Che li voglia lusingare scrivendo “Volontariato” (con la maiuscola).
Che voglia loro ritagliare un “ruolo di coordinamento” di un “Centro Operativo Comunale che provvederà al monitoraggio del territorio”. Che li voglia stupire inventandosi una “grande strategia di attenzione e tutela del territorio e della sua popolazione”, un “intento di promuovere uno studio più approfondito della fisionomia geologica del Comune”, di “innescare una azione di monitoraggio ambientale ai fini di una puntuale e precisa opera di prevenzione e d’intervento immediato rispetto ad eventuali fenomeni calamitosi”.
I “ragazzi”, come dovrebbe essere in ogni comunita’ vera, al momento del bisogno, si sono sempre presentati, senza bisogno di etichette, investiture, cerimonie o fasce tricolori.
Fa sorridere che qualcuno cerchi di etichettarli. Chi, in maniera riduttiva (e un po’ ignorante) come “ambientalisti”, “verdi” oppure “ecologisti”. Chi, in maniera millantatoria, come gruppo di “protezione civile”.
Forse e’ scomodo… forse non ci si vuole accorgere che cio’ che i “ragazzi” per quasi vent’anni hanno fatto, detto e scritto l’hanno fatto, detto e scritto per amore e per amore continueranno.
L’amore non ha bisogno di corrispettivi, oboli, doni o favori. Soprattutto, l’amore non e’ in vendita, mai!
Direttivo dell’Associazione Monte Alto, Corte Franca, maggio 2006.
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2 commenti:
Molto bella la ricostruzione storica, molto appassionato il sentimento nutrito per la propria terra. Il lettore avrebbe potuto chiudere la pagina sorridendo e pensando "finalmente qualcosa veramente fuori dal coro". Invece no, le ultime righe rovinano tutto, ancora l'odio che emerge dalle profondita'dell'animo umano. Peccato, un'altra occasione sprecata...
Il commento sopra è molto gradito e ne ringrazio l'autore. Voglio rassicurarlo. Non c'è odio nei confronti di nessuno. Forse gli anni di attività ci rendono acidi di fronte a quelli che ci sembrano "parvenù" che, dimostrando scarsa considerazione per le persone ed i loro valori, cercano di fare leva sugli umani "appetiti" per ottenere consenso. Continuiamo ad intrattenere rapporti urbani, quasi cordiali con chi ha cercato di lusingarci. Tuttavia, ci sentiamo meglio dopo aver cercato di chiarirgli come ci sentiamo.
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