Tra i tanti modi possibili per confondere chi ci ascolta o chi ci legge vi è quello di giocare con le parole e con i loro diversi significati.
Negli ultimi anni, tra quelli frequentemente usati da politici e amministratori della cosa pubblica, hanno fatto bella mostra di sé termini quali: ambiente, paesaggio, territorio, crescita e sviluppo.
Spesso tali termini sono stati impiegati con significati diversi e, non raramente, sapientemente modellati a supporto delle tesi che con l’occasione si volevano sostenere.
Queste forzature hanno prodotto tra molti cittadini un senso di sgomento e di frustrazione, portando non pochi a concludere che ambiente, paesaggio e territorio rappresentano, alla fine dei conti, un intralcio alla crescita e, in una prospettiva più lontana, allo sviluppo.
Ciò è dipeso, in larga misura, dalla superficialità con la quale tali concetti sono stati presentati e in altrettanta misura dalla scarsa attenzione con la quale sono stati spesso recepiti.
Tuttavia, se ci si sofferma anche brevemente ad approfondirne il significato, si scopre una realtà ben diversa.
Senza volersi avventurare in una disquisizione sull’etimologia di ciascun termine basterà ricordare che ambiente, territorio e paesaggio non sono concetti astratti e lontani dalla realtà del vivere quotidiano, ma hanno quale loro componente comune l’uomo, dal quale vengono modellati e trasformati ininterrottamente; L’uomo, è l’attore protagonista che, mentre li condiziona, viene a sua volta condizionato dal paesaggio, dal territorio e dall’ambiente entro il quale opera e si muove.
Nello specifico caso di Corte Franca, questi tre elementi costituiscono, insieme a quelle umane, le risorse di maggior valore e, come tali, giocano un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo non solo dell’intero comune ma, forse ancora più importante, di ciascun componente della comunità che vi risiede.
Spesso, purtroppo, perdiamo di vista questo aspetto, tesi come siamo a raggiungere obiettivi più strettamente legati alla crescita nel breve periodo e intesa come produzione di ricchezza materiale, immediatamente visibile e tangibile, a svantaggio di uno sviluppo più armonico, sostenibile e, quindi, duraturo. sviluppo inteso quale miglioramento delle condizioni economiche sì, ma pure sociali e culturali e, quindi, quale miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini di oggi e di domani.
In altre parole, ci si dimentica che, in quanto risorsa, il paesaggio, l’ambiente e il territorio vanno sfruttati con intelligenza e lungimiranza,. Vanno fatti ‘rendere’. Non vanno sprecati e bruciati nell’arco di pochi anni, ma fatti ‘fruttare’ come si farebbe con un capitale o con i propri risparmi, per vivere meglio gli anni a venire e per lasciare in eredità, alle generazioni che ci succederanno, qualcosa che valga.
Nel 2004 una delibera della Giunta Regionale Lombarda ha definito Corte Franca quale comune a prevalente economia turistica. Ad oggi sembrano scarseggiare le iniziative serie per un turismo rispettoso,mentre aumentano i problemi ed i disagi generati da un “turismo” improntato al consumismo.
Quella del turismo, se ben interpretata e gestita, è invece un’opportunità forse unica di sfruttare intelligentemente le risorse di cui Corte Franca ancora dispone. Rappresenta infatti l’occasione per porre fine al processo in corso di sfruttamento dissennato della risorsa ambiente, di saccheggio della risorsa territorio, di stravolgimento della risorsa paesaggio Perdere anche questa occasione di sfruttarne intelligentemente le risorse, equivarrebbe a dilapidare le ultime briciole questa vera e indiscutibile ricchezza del nostro bellissimo paese.
A.P.